17 Luglio 2012, 17:31
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Arrivano i primi commenti politici alla lettera di Mario Monti a Raffaele Lombardo con la quale il premier chiede conferma al governatore in merito alle sue dimissioni il 31 luglio, esprimendo “gravi preoccupazioni” per il rischio default della Sicilia.
C’è chi plaude, come Udc, Pdl e Grande Sud, chi critica Monti come i finiani e Rifondazione. E poi c’è il partito del governatore, che invita Lombardo a giocare in contropiede: dimissioni subito per “salvare” il voto anticipato da chi vuole rimandarlo al 2013.
“La lettera del presidente del Consiglio al presidente della Regione siciliana è irrituale e viola le regole fondamentali dell’autonomia regionale e della democrazia politica – attacca Carmelo Briguglio, vice presidente dei deputati e coordinatore siciliano di Fli -. Francamente viene percepita come una inelegante quanto palese imbeccata di lobby politiche e industriali che vogliono condizionare il quadro politico in Sicilia e impedire che gli elettori di una grande regione del Paese, le cui condizioni finanziarie sono non dissimili da altre, possano tornare all’esercizio del diritto fondamentale che e’ quello del voto per rinnovare democraticamente le proprie istituzioni rappresentative. Una gaffe istituzionale di particolare gravità alla quale il presidente Monti farà bene a porre rimedio”. “Le lobby romane vogliono impedire il libero ritorno alle urne in Sicilia, vogliono rinviare il voto: questa è la mia lettura della nota di Palazzo Chigi”, gli fa eco il capogruppo all’Ars dei finiani Livio Marrocco.
Plaude invece l’Udc che aveva chiesto un intervento del primo ministro: “L’intervento del premier Monti, tempestivo e corretto nella forma e nei toni, conferma appieno la giustezza dell’analisi sulla situazione finanziaria della Sicilia e la richiesta di un’azione urgente a livello nazionale per fermare una deriva che rischia di portare al tracollo dell’economia regionale e del sistema istituzionale”, commenta la presidente del Gruppo Udc all’Ars Giulia Adamo. “Ognuno, adesso, non avrà più alibi: risponderà di fronte alle generazioni presenti e future e dovrà prendersi fino in fondo le proprie responsabilità”, aggiunge la Adamo
“Siamo grati al presidente Monti per la sua iniziativa che serve a salvare la Siclia”, dice il presidente dei senatori dell’Udc e segretario regionale siciliano, Gianpiero D’Alia. “L’intervento del presidente del Consiglio – aggiunge D’Alia – è due volte più importante perché può contribuire a evitare che l’Isola precipiti nel default e consentire di preservare i fondi europei di cui l’intera economia regionale ha bisogno. In questo momento, proprio queste due preoccupazioni dovrebbero stare a cuore di tutte le forze politiche responsabili”.
.Positivo anche il commento di Gianfranco Miccichè: “Considero politicamente importantissima la lettera del premier Monti. E’ la garanzia dell’impegno concreto che il governo nazionale intende assumersi nei confronti della nostra terra”. Secondo il leader di Grande Sud, Monti “rassicura, chiunque sarà chiamato a guidare la Sicilia nei prossimi mesi, sulla concreta disponibilità del governo nazionale a collaborare nel difficile percorso di risanamento e crescita che dovrà essere necessariamente affrontato”. Consenso a Monti anche dal Pdl. “E’ la dimostrazione -dice la senatrice Simona Vicari – della grande attenzione del governo nei confronti della Sicilia, che purtroppo negli ultimi anni ha mostrato il suo peggio”. Giudica positivamente l’intervento di Monti anche il coordinatore Dore Misuraca: “La situazione siciliana è gravissima, siamo sull’orlo del baratro e questa iniziativa potrebbe essere l’inizio di una rinascita della Regione”.
Secondo il segretario del Pd Giuseppe Lupo, Monti ha “il diritto-dovere di chiedere al presidente Lombardo se conferma l’intenzione di dimettersi il 31 luglio”. Ma nel Pd c’è chi storce il naso. “Alcuni hanno paura, per questo vogliono commissariare la Sicilia per rinviare le elezioni”, dichiara l’eurodeputato Rosario Crocetta, candidato alla presidenza della Regione Sicilia, commentando la notizia secondo la quale ci sarebbe in atto un tentativo di rinviare le elezioni regionali in Sicilia, commissariando il Governo, andando così al voto alla scadenza naturale della legislatura nel 2013. “l tentativo di puntare al rinvio delle elezioni attraverso il commissariamento della Regione, – continua Crocetta – è solo un subdolo tentativo per cercare di guadagnare tempo di fronte al crescere del movimento che si prefigge di eleggere Crocetta Presidente della Regione”.
Giovanni Pistorio, leader del nuovo Mpa, tuona: “Se la lettera del Presidente del Consiglio è il preludio ad una procedura di commissariamento della Regione Siciliana, sappia il professor Monti che si tratta di un atto abnorme e fuori dalla Costituzione, in quanto mancante di qualunque presupposto formale e sostanziale”. Secondo Pistorio “è del tutto evidente l’interesse di pezzi del sistema politico nazionale di evitare a qualunque costo le elezioni anticipate in Sicilia”. Ecco perchè Pistorio chiede a Lombardo “di dimettersi e convocare immediatamente le elezioni regionali”.
Secondo Giovanni Barbagallo del Pd, “le preoccupazioni del Presidente del Consiglio Mario Monti sul ‘rischio Sicilia’ sono assolutamente fondate. L’ipotesi del commissariamento della Regione, per la mancata utilizzazione delle risorse comunitarie, non è applicabile ma ci sono valide ragioni di carattere tecnico per potere giustificare la rimozione del Presidente della Regione e lo scioglimento dell’Ars. Se lo scioglimento dell’Ars è, infatti, subordinato all’accertamento della “persistente violazione dello Statuto”, è tuttavia possibile la rimozione del Presidente della Regione (con il conseguente scioglimento dell’ARS) che abbia compiuto ‘reiterate e gravi violazioni di legge’ secondo le modifiche apportate allo stesso articolo 8 dello Statuto”.
Rudy Maira del Pid è perplesso: “fermo restando che le dimissioni del Presidente della Regione vanno notificate al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e non al presidente del Consiglio dei Ministri, considero la lettera di Mario Monti, che comunque appare inconsueta e quasi atipica. Contro Monti e in difesa dell’autonomia si schiera un partito sempre durissimo con Lombardo, Rifondazione comunista: “La grave incapacità gestionale del Governo Lombardo, il suo livello di sperpero del denaro pubblico, la sua gestione clientelare dalla macchina amministrativa, sono dati inconfutabili da sempre conosciuti dal Governo Monti che, anche su pressione del PD siciliano principale alleato di Lombardo, nè ha sempre tollerato l’inaccettabile operativià, ignorando di fatto la Sicilia – attacca il segretario Antonio Marotta -. L’intervento oggi di Monti, che sembra dare l’ aut-aut a Lombardo, oltre ad essere tardivo ed anche assolutamente privo di una possibile efficacia, sembra più che altro il tentativo in estremis di togliere le castagne dal fuoco al PD ed alla stessa Confindustria siciliana che hanno da sempre sostenuto Lombardo nel suo percorso di governo. Il Presidente Monti sa che se il PD siciliano avesse voluto veramente votare la mozione di sfiducia a Lombardo questi oggi sarebbe già stato mandato a casa?
L’ultimatum di Monti assume, inoltre, così come è stato inviato, un piglio autoritario verso una Regione Autonoma, che non può essere accettato da un premier nominato verticisticamente e mai eletto democraticamente dal popolo italiano”.
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17 Luglio 2012, 17:31