29 Marzo 2018, 15:08
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PALERMO – Falso materiale in atto pubblico. È l’accusa costata la condanna a un anno e mezzo di carcere al sottocapo della Guardia costiera, Fabio Spada. Accusa che non ha retto per il secondo capo Alessandro Parisi, assolto su richiesta dei legali
Francesco Paolo Sanfilippo e Claudio Merlini. La sentenza è del giudice del Tribunale di Termini Imerese, Claudia Camilleri.
Nel popoloso centro in provincia di Palermo nel 2010 furono presentate due denunce di smarrimento di patenti nautiche. Patenti che in realtà erano inesistenti. Il solo obiettivo sarebbe stato quello di rilasciare altrettanti duplicati provvisori. A firmare i documenti di guida era stato Parisi che si è sempre difeso sostenendo di essere stato ingannato da Spada, addetto al rilascio delle patenti nautiche, che aveva compilato di suo pugno il duplicato, chiedendo al collega di apporvi la firma.
Tutto falso, aveva controbattuto Spada, il giorno della compilazione non era neppure in servizio. O meglio, era in turno esterno come risultava dal foglio di bordo della motovedetta.
Dichiarazioni smentite dalle indagini difensive degli avvocati Sanfilippo e Merlino che hanno acquisito i brogliacci telefonici delle chiamate in uscita effettuate dalla Capitaneria di porto in cui viene sempre annotato il dipendente che effettua la chiamata . E Spada, quel giorno, di chiamate dall’ufficio ne aveva fatto quattro. Un consulente di parte aggiunse, dopo una comparazione calligrafica, che il documento provvisorio sarebbe stato compilato da Spada. Argomentazioni che devono avere fatto breccia nel Tribunale.
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29 Marzo 2018, 15:08