Morto dopo intervento di colecisti |Disposta riesumazione e autopsia

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23 Febbraio 2013, 13:30

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CATANIA. In un senso, o nell’altro, si va verso l’accertamento della verità. La Procura della Repubblica di Catania ha disposto la riesumazione della salma di Matteo Magrì, lo sfortunato 57enne belpassese morto inspiegabilmente subito dopo un intervento chirurgico di colecisti all’ospedale “Santissimo Salvatore” di Paternò. Una presa di posizione ferma e decisa quella dei magistrati etnei diretta conseguenza dell’esposto presentato dai familiari di Matteo Magrì: testimoni di un decesso avvenuto in circostanze ancora tutte da chiarire. Si sapeva che l’uomo era cardiopatico e soffriva di diabete: quello che non si conosce è perché il suo calvario, segnato da forti fitte all’addome, sia durato oltre una settimana su un letto d’ospedale e, soprattutto, perché il 57enne ha finito di vivere a nemmeno ad un’ora di distanza dall’operazione. La Procura catanese ha sequestrato la cartella clinica del paziente e sulla scorta di una iniziale fase d’inchiesta ha iscritto sul registro degli indagati medici ed infermieri che in quei giorni hanno prestato le cure del caso all’uomo. Un atto per certi versi dovuto e che riguarda almeno una dozzina di persone. Dovranno essere ricostruiti gli eventi che hanno contrassegnato quei giorni di agonia che dal 29 gennaio al 6 febbraio scorso hanno segnato inesorabilmente per sempre la vita della famiglia Magrì.

Il passaggio fondamentale avverrà, ora, lunedì mattina: al cimitero di Belpasso sarà, infatti, riesumata la salma. Si tratta di una fase essenziale perché consentirà di predisporre l’esame autoptico che verrà effettuato nella stessa giornata all’interno della camera mortuaria del camposanto belpassese. Vi sarà il consulente tecnico nominato dal Pm Agata Consoli, così come saranno presenti anche i consulenti di parte degli iscritti al registro degli indagati. Da lunedì in poi potrà passare sino a un tempo massimo di 90 giorni per ottenere il risultato dell’autopsia.

Da parte della famiglia, nessuna mistificazione delle cose: solo il voler conoscere perché il loro caro non c’è più. “Ribadisco che non puntiamo il dito contro nessuno – spiega Agatino Magrì il più grande dei tre fratelli che assieme alla madre attende ora di sapere -: vogliamo soltanto che ci venga detta la verità sulla morte di nostro padre. È una cosa che chiunque pretenderebbe se si trovasse al nostro posto. In qualsiasi caso abbiamo piena fiducia nei giudici”. Il legale della famiglia Magrì è l’avvocato Francesco Sanfilippo. Chiaro, che la giustizia in una direzione o nell’altra farà il suo corso: per accertare una verità che dal prossimo lunedì si farà sempre più vicina.

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23 Febbraio 2013, 13:30

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