08 Luglio 2013, 19:24
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PALERMO – Via i corsi inutili. E un patto etico tra Regione ed enti. È sintetizzabile così la direttiva che fissa i criteri per il nuovo anno della Formazione professionale. E i corsi saranno costituiti, come definito dagli accordi sindacali, in buona parte dalla riedizione di quelli previsti nella prima annualità dell’Avviso 20. Ma verranno eliminati quelli previsti nella “black list” della Regione: i corsi definiti “inutili”, ma anche quelli che non rispondano ai principi del “Piano giovani”, lo strumento attraverso il quale, quest’anno, verranno finanziati gli stessi corsi.
E, come detto, qualcosa cambia anche nel rapporto tra enti di Formazione e Regione. Una delle condizioni per entrare nella suddivisione del “monte ore” è la sottoscrizione, da parte del legale rappresentante dell’ente, del cosiddetto “patto di integrità”. Un accordo, insomma, tra Regione ed enti con il quale questi ultimi si impegnano, attraverso diversi strumenti, al rispetto dei principi “di lealtà, trasparenza e correttezza” e all’ “impegno anti-corruzione e antimafia”. Previste norme che limiteranno al massimo i casi di “parentopoli” all’interno degli enti. Ed è proprio questo l’elemento maggiormente discusso oggi, nei giorni in cui all’Ars si fa strada il cosiddetto ddl-antiparentopoli. Un disegno di legge che punta i riflettori proprio sul mondo della Formazione professionale. Ma già la regola prevista all’interno del “Patto di integrità” dovrebbe frenare, e di molto, i casi (diffusissimi negli anni passati) di fitte reti di parentele negli enti di Formazione. Gli enti che aspirano ai finanziamenti del Piano giovani, infatti, si impegnano a “non avere rapporti di lavoro o rapporti di consulenza, collaborazione, studio, ricerca, anche occasionali con parenti entro il quarto grado o affini entro il terzo di soggetti che prestano attività lavorativa a qualunque titolo presso uffici dell’Amministrazione regionale esercitanti competenze aventi refluenze nel settore della Formazione professionale”. La Regione, dal canto suo, “si impegna a rendere pubblici i dati più rilevanti riguardanti il procedimento, permettendo ad ogni operatore economico di conoscere e verificare gli aspetti tecnici dell’intervento e quelli amministrativi del procedimento volto al rilascio del provvedimento, a effettuare i controlli e a condividere anche esso lo spirito etico e moralizzatore che è insito nell’adozione dello strumento, assumendosi le responsabilità connesse e conseguenti”.
Per quanto riguarda i corsi, tutti gli enti sono invitati a ridurre (per gli ambiti Forgio e Fas) del 10% il monte ore complessivo riferito all’Avviso 20. Ma i tagli non potranno essere effettuati “a caso”. “La riduzione del monte ore – si legge nella direttiva dell’assessore Scilabra – dovrà essere operata prioritariamente con riferimento alle tipologie corsuali ritenute non coerenti secondo le indicazioni di questa amministrazione, salvaguardando comunque i corsi in cui viene utilizzato personale a tempo indeterminato assunto entro il 31 dicembre 2008”. Le “indicazioni” cui fa riferimento il passaggio, sono quelle contenute in una circolare del 30 maggio scorso con cui è stata stilata una lista nera dei corsi definiti inutili. O, per usare le parole dell’amministrazione, “sovradimensionati ai bisogni formativi”. Scompariranno, tra gli altri, i corsi in: esperto in criminologia e scienze forensi, progettista spazi abitativi, operatore abbronzatura artificiale, esperto in estetica, yacht designer, attore teatrale, ricamatrice su canovaccio, massaggiatore naturopatico, attore di prosa, tecnico dell’abito da sposa tradizonale, addetto alla realizzazione di arredi sacri.
Comunque, gli enti dovranno impegnarsi a mantenere i livelli occupazionali del personale impegnato nell’anno precedente, dando comunque priorità a quello inserito nell’albo del personale docente e non docente della Formazione professionale. Insomma, è tutto pronto. Agli enti non resta che preparare il progetto esecutivo per ogni corso, sottoscrivere il patto di integrità e inviare tutto in assessorato entro venti giorni. A quel punto, non resterà che attendere l’ok al finanziamento che passerà anche dalla verifica delle informative antimafia, che il governo richiederà alle varie Prefetture. Il finanziamento complessivo messo a disposizione dell’assessorato è di 220 mila euro. Sessanta in meno rispetto all’anno scorso. Quando il Piano si chiamava Avviso 20. Oggi ha solo un altro nome. Ed è dimagrito un po’.
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08 Luglio 2013, 19:24