12 Febbraio 2018, 05:57
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PALERMO – Il Patto per Palermo è come una tubatura otturata. Gli oltre settecento milioni da investire in infrastrutture previsti dall’accordo tra governo nazionale e Comune sono stati sbloccati nel novembre del 2016, ma ad oggi i cantieri che partono lo fanno tra mille difficoltà burocratiche e di gestione. Lo stop è dovuto alla mancanza di dirigenti tecnici del Comune, ma anche a un sistema burocratico che ritarda la partenza dei cantieri. Per l’Ance “si è fermato un buon lavoro di programmazione durato due anni”.
Firmato dall’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal sindaco Leoluca Orlando, il protocollo del Patto per Palermo prevede l’erogazione di 764 milioni per opere di miglioramento della città. Tra questi, 521 milioni sono destinati alla progettazione e costruzione delle linee ferrate Balsamo-Croce Rossa, Notarbartolo-Libertà e Calatafimi-Orleans, mentre 17 milioni sono assegnati al raddoppio del ponte Corleone su viale della Regione Siciliana e 34 milioni a interventi sullo svincolo Perpignano e fino a via Belgio. Previsti, poi, un milione per potenziare bike e car sharing, 2,7 milioni per il completamento dell’anello telematico e 57,6 milioni per prevenire frane e smottamenti dal cotone roccioso di Monte Gallo che sovrasta Mondello all’area, della colonia estiva comunale, da Vergine Maria all’Addaura, da Boccadifalco al cimitero dei Rotoli, passando per via Monte Ercta e via Annone. Tre milioni erano poi stati impegnati per la Fiera del Mediterraneo, mentre per il Teatro Massimo sono previsti 24,2 milioni, per la realizzazione di due poli scolastici sono destinati 32 milioni di euro.
Per il momento le opere in corso riguardano soprattutto le linee del Tram, l’edilizia scolastica, la Greenway e il progetto “Luci sull’arte”, per un totale di più di duecento milioni di euro. Fondi per oltre mezzo miliardo di euro restano fermi in attesa dei progetti. In particolare, sono in corso le procedure del concorso di idee e di progettazione. Ma a parte questo, progetti e lavori sono rallentati da due cose: le lunghe procedure burocratiche per passare dalla fasi di progetto a quella di cantiere, e l’assenza di progetti esecutivi. Ovvero dei documenti che, dopo la programmazione di massima servita a ottenere i finanziamenti, servono a fare partire materialmente le opere, calcolando gli interventi da fare, le somme da impiegare e i tempi di lavoro. I progetti dovrebbero essere redatti dai dirigenti tecnici del Comune. Ma per il momento l’amministrazione non ha abbastanza personale per realizzarli.
“Aspettiamo da settembre i nuovi dirigenti tecnici, i fondi sono arrivati ma mancano i progetti esecutivi per mandarli in gara”: Fabio Sanfratello, presidente dell’Associazione costruttori edili (Ance) di Palermo, sottolinea che “senza una programmazione, tutto il lavoro fatto in due anni nella precedente sindacatura è andato perso perché è tutto fermo. In tutto il Comune c’è un solo dirigente tecnico di ruolo, che certo non può occuparsi di tutto”. Dello stesso parere Paolo D’Anca, segretario generale Filca–Cisl: “Abbiamo scritto più volte all’amministrazione ma ad oggi non abbiamo avuto risposte, se non il problema della mancanza di tecnici per i progetti esecutivi. Se i progetti non vengono attuati entro il 2019 i soldi verranno ritirati. Sembra che la normativa sulle opere pubbliche sia studiata per ritardare la partenza dei lavori”.
Per Emilio Arcuri, vicesindaco e assessore con delega ai lavori pubblici, il problema è più complesso della mancanza di dirigenti tecnici. “Il Comune, come qualsiasi ente pubblico – spiega Arcuri – si trova in una generale complessità delle procedure di assegnazione e controllo dei progetti e dei programmi. In un processo già farraginoso, poi, se si aggiunge la scarsità dei dirigenti tecnici le cose si ingolfano ulteriormente. Le commissioni ovviamente continuano a lavorare e a prendere decisioni, ma aumentare i fondi, in sé, non basta a dare stimolo alle infrastrutture”. All’interno di questo quadro, c’è poi la carenza di personale: “I dirigenti tecnici – dice ancora Arcuri – hanno funzione di impulso, controllo e direzione o sanzione. Da luglio il Comune non ha dirigenti, e io stesso ho scritto una nota a novembre manifestando la preoccupazione di non mandare in gara alcune opere. Quando ci sono dirigenti amministrativi ad interim, come adesso, le procedure si allungano perché in alcuni casi le loro competenze non corrispondono con quelle ricoperte”.
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12 Febbraio 2018, 05:57