20 Ottobre 2024, 15:44
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PALERMO – Antonio Ferrante non è più il presidente del Partito democratico siciliano. La decisione del dirigente dem, che a settembre aveva annunciato in una lettera l’intenzione di volere lasciare la carica, è diventata definitiva.
Le dimissioni del dirigente dem erano il primo punto all’ordine del giorno della Direzione regionale di sabato, l’ultima presieduta da Ferrante che ha declinato l’invito di tanti esponenti del Pd (tra tutti il segretario regionale Anthony Barbagallo) a ritornare sui suoi passi.
“Ringrazio chi mi è stato vicino in questi giorni – ha affermato Ferrante – ma non cambio idea. Resterò un tesserato e continuerò ad impegnarmi per la mia città e la mia regione da attivista, quale sono e sarò sempre, provando a coinvolgere le tante e tanti volontari che, come me, hanno ricevuto lo stesso trattamento”.
Il “trattamento” a cui ha fatto riferimento Ferrante è un post comparso sulla pagina Facebook ufficiale del Partito democratico di Palermo nei giorni successivi alla Festa dell’Unità locale, coincisi con la lettera con la quale il dirigente dem annunciava la sua decisione. In quel post si invitavano i militanti ad “alzare un cordone sanitario verso tutti quei comportamenti di pseudo dirigenti che espongono il partito a critiche nell’opinione pubblica”.
Un post nel quale si invitava “chi ha qualcosa da dire” a farlo “nel partito”, mentre “chi sceglie i social e la stampa per comunicare i problemi interni – concludeva il messaggio – è molto meglio che faccia politica in un altro partito”.
“Non ho mai fatto comunicati stampa per diffondere la notizia delle mie dimissioni – ha spiegato Ferrante -. Mi chiedo però se abbia fatto più male io al partito, con quella lettera, o l’autore di quel post Facebook che è ancora ben visibile sulla pagina del Pd di Palermo. Un post con il quale si è sfogato odio e rancore nei miei confronti, e tutto questo nel silenzio generale del partito”.
La contrapposizione tra Ferrante e il Pd palermitano, guidato da Rosario Filoramo, nasce proprio dall’organizzazione della Festa dell’Unità nei giorni in cui aveva progettato la ‘Summer School’, scuola di formazione del Pd Sicilia. Il ciclo di eventi formativi sfumò. “A un certo punto sembrava che fossimo soltanto io e Antonio a volerla”, è stato lo sfogo in Direzione da parte di un dem di lungo corso come Franco Piro.
A nulla sono valsi i tanti messaggi di solidarietà giunti a Ferrante, che è andato dritto sulla sua decisione. Nel vuoto anche il richiamo alla disciplina di partito fatto dal deputato regionale Antonello Cracolici: “Da qui al congresso niente dimissioni”. L’appuntamento di primavera è stato rievocato tante volte nella Direzione di sabato. Le carte al momento restano coperte, il clima nel Pd non è dei migliori.
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20 Ottobre 2024, 15:44