26 Ottobre 2022, 06:01
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CATANIA – Il responso delle urne a cui si guardava con il fiato sospeso certifica che il Pd in provincia di Catania incassa due deputati, riconfermando il numero di onorevoli di cinque anni fa al netto delle rocambolesche vicende che hanno segnato la campagna elettorale.
E si ode già il leniniano “che fare?”. A più livelli. Ma andiamo con ordine. A un mese esatto dal voto i conteggi definitivi dicono che i deputati eletti dal Pd in provincia di Catania sono due: il segretario regionale Anthony Barbagallo (7699 voti) e il sindaco di Militello Giovanni Burtone (5203 preferenze). I dem la spuntano sugli autonomisti che alla fine eleggono un solo deputato Giuseppe Lombardo (o meglio Giuseppe Castiglione, primo dei non eletti che subentra all’ex assessore al quale scatta il seggio grazie al posto nel listino di Renato Schifani).
La prima incognita legata alla galassia democrat riguarda la scelta che dovrà effettuare Barbagallo: staccare il ticket per Montecitorio o optare per il seggio palermitano. Da qui dipenderanno una seri di effetti a catena. Se il segretario regionale scegliesse di restare all’Ars il biglietto per Roma lo farebbe Glenda Raiti, volto noto della sinistra siracusana molto vicina al vice segretario del Pd, Peppe Provenzano. Barbagallo infatti è stato eletto nel collegio che fa capo a Siracusa. Se invece il segretario regionale decidesse di fare le valigie per la Capitale, a Sala d’Ercole arriverebbe la prima dei non eletti dem in provincia di Catania: l’ex consigliera comunale e presidente dell’assemblea provinciale del Pd Ersilia Saverino.
I beneinformati sostengono che la decisione non sarà presa nel breve periodo (realisticamente a febbraio) e che Barbagallo, proprio come Miccichè, non mancherà all’appuntamento del voto in aula che deciderà il nuovo organigramma di Sala d’Ercole. Alle pendici dell’Etna, però, c’è un grande nodo da sciogliere: il futuro e la riorganizzazione del partito. Una nave senza nocchiere in gran tempesta per dirla come il poeta dopo l’addio e il doppio salto carpiato dell’ex segretario provinciale Angelo Villari approdato verso i lidi di Cateno de Luca in seguito al divieto di correre per i candidati “con procedimenti penali pendenti” che ha creato enormi frizioni tra i dem questa estate. La segreteria provinciale tuttavia dopo le dimissioni di Villari è stata integrata da Barbagallo con l’innesto di Alfio Cardillo. Adesso si dovrà voltare pagina.
Un primo step importante per definire la road-map di ricostruzione del partito sarà la direzione nazionale di venerdì. Stabiliti i modi e i tempi, sarà definito il percorso che porterà al congresso nazionale e di conseguenza il timing per quelli provinciali. La pratica si potrebbe chiudere già a gennaio o più verosimilmente dopo le amministrative di primavera, in questo secondo caso il partito catanese dovrebbe essere retto da una “segreteria di transizione” che dovrà traghettare il partito verso l’appuntamento delle comunali del 2023 che riguarderanno anche la città di Catania.
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26 Ottobre 2022, 06:01