09 Ottobre 2022, 11:41
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PALERMO – La relazione del segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, incassa la maggioranza dei voti in direzione. Settantacinque favorevoli, quattordici contrari e uno astenuto: questa la fotografia scattata al termine di una discussione fiume di circa otto ore.
Un tempo scandito da interventi anche parecchio duri nei confronti del segretario che però, sin dall’inizio, mette in chiaro che non intende “diventare un capro espiatorio”. “Sono pronto ad assumermi la responsabilità̀ delle scelte che ho fatto, non di quelle che non ho fatto e che non ho potuto in alcun modo impedire. Sarebbe piaciuto anche a me essere il deus ex machina da cui tutto dipende, ma così non è stato. Per me come per gli altri segretari prima di me”, dice rimettendo le accuse al mittente. E, ripercorrendo le tappe della campagna elettorale, dopo avere snocciolato i numeri ottenuti alle urne dice: “Non accetto che si parli del PD siciliano come di un partito finito”.
I numeri alla fine mettono nero su bianco che la fronda interna si è assottigliata rispetto alle dichiarazioni di intenti della vigilia. La relazione del segretario viene trasformata in ordine del giorno acquisendo la proposta avanzata da Antonello Cracolici di agganciare il congresso regionale a quello nazionale. A questo punto l’esito del voto finale è scontato, anche perché l’operazione nei fatti azzera la proposta opposta di Miceli e Lupo finalizzata a sganciare i due congressi e accelerare i tempi di quello siciliano.
Il dato politico è che c’è una nuova maggioranza interna e che la fase unitaria avviata a Morgantina (a dispetto di quello che si muoveva invece sullo scacchiere nazionale) è finita. Si salda il fronte Lupo (Piccione)-Raciti (Rubino)-Miceli che però esce indebolito dall’ultima tornata elettorale. Una minoranza ridimensionata che però promette che non farà sconti.
Si riallineano invece le aree che fanno capo a Crisafulli e Cracolici che insieme a quella del vice segretario nazionale Peppe Provenzano disegnano una nuova geografia interna al partito (un’istantanea che nei fatti immortala i nuovi rapporti di forza in termini di eletti).
Per capire come andrà a finire si dovrà attendere che si vada definendo il percorso congressuale nazionale con rimescolamenti vari dettati da necessità correntizie. Ma questa è un’altra storia.
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09 Ottobre 2022, 11:41