PD, botta e risposta sui social tra Bianco e i dem catanesi - Live Sicilia

PD, botta e risposta sui social tra Bianco e i dem catanesi

Dopo mesi scanditi da percorsi politici separati arriva la goccia che fa traboccare il vaso.

CATANIA – Botta e risposta, via social, tra Enzo Bianco e il Pd catanese. Dopo mesi scanditi da percorsi politici separati arriva la goccia che fa traboccare il vaso. 

L’ex sindaco di Catania, candidato alla corsa per Palazzo degli Elefanti fuori dal perimetro dei Partito Democratico, riporta sulla sua bacheca facebook un post dell’ex consigliera comunale Elisabetta Vanin.

“Condivido il pensiero di Elisabetta Vanin, componente dell’assemblea nazionale del PD in merito all’atteggiamento che da diversi mesi, ormai, tiene nei miei confronti il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, per motivi di carattere puramente personale, che nulla hanno a che vedere con la politica”, scrive l’ex sindaco.

“Apprendiamo dalla stampa che il segretario regionale del PD, Anthony Barbagallo, ha da mesi l’obiettivo di cacciare fuori Enzo Bianco dal PD, proposito mai smentito che di politico non ha nulla. Di certo c’è una vicenda personale. Bianco a dicembre, a nome di tutti i democratici, ha posto l’accento su una questione politica: ha chiesto allo stesso Barbagallo di non continuare a mantenere il doppio incarico e il doppio stipendio, di parlamentare nazionale e deputato regionale, che vergognosamente ha tenuto per mesi. Oltre all’incarico di segretario regionale”, si legge. 

“Ebbene sì, Barbagallo si è offeso e ora tenta in modo puerile di risolvere la questione personale spacciandole con argomentazioni politiche, con risultati autolesionistici per il nostro partito. E’ incomprensibile vedere come in una città con mille problemi come mai in passato, in cui il centrodestra ha fallito, questo dirigente si permetta non di organizzare una proposta seria, credibile, competitiva, ma di operare per questioni personali.

Addirittura scegliendo personalmente vari candidati Sindaco (Abramo, Caserta) senza svolgere prima una direzione o un’assemblea provinciale del PD. Comprendiamo che l’esponente PD di Pedara non conosca quasi per nulla Catania, elemento confermato dal fatto che in questa città non è stato in grado nella sua carriera di eleggere neanche un consigliere di quartiere a lui vicino, ma francamente sta esagerando. Proviamo quindi adesso a spiegargli come funziona nel nostro territorio: a Catania il centrosinistra negli ultimi decenni ha vinto solo quando è riuscito ad offrire un progetto che andasse oltre il centrosinistra, con chiare connotazioni civiche. Ciò è avvenuto con Enzo Bianco varie volte, con eccezionali risultati elettorali e amministrativi”, prosegue la componente dell’assemblea nazionale dem. 

“Negli altri casi purtroppo, il PD e il centrosinistra sono sempre stati vincolati a percentuali minime. Enzo Bianco con grande generosità e coraggio, spinto da migliaia di catanesi, si è messo in campo per offrire un’alternativa credibile anche in questa occasione. Lo ha fatto avvertendo mesi fa tutti gli interlocutori, nazionali, regionali e locali. Ha aperto convintamente al sostegno delle forze progressiste e moderate, al mondo civico, anche a coloro che non hanno votato centrosinistra in questi anni ma che comprendono che Catania è sull’orlo del baratro”, continua.

“Se Barbagallo vuole arrivare al quarto posto a Catania e vuole gestire le prossime amministrative come ha gestito le regionali e le politiche, distruggendo il partito, eliminando i suoi nemici dalle liste e raggiungendo i risultati peggiori nella storia del PD, è un problema suo. Noi confidiamo, invece, che il vero PD e i democratici che popolano la nostra città non vogliano rendersi complici di vendette personali e non sprechino l’opportunità di un centrodestra diviso: i Catanesi non lo perdonerebbero”. conclude Vanin.

La rivolta social del Pd catanese

Ma i dem etnei non ci stanno e mettono i puntini sulle i fornendo un’altra versione dei fatti. Ad aprire le danze è Bruno Guzzardi, componente dell’assemblea nazionale e storico militante dem.

“Non è possibile accettare lezioni da chi si candida indipendentemente e al di fuori del partito cui dice di appartenere e affida la propria candidatura alla stampa piuttosto che agli organismi di partito. È intollerabile vedere che, per l’ennesima volta, qualcuno pensi di poter essere l’unica scelta possibile per il PD”, scrive su facebook.

“Il 30 Dicembre in una video intervista Enzo Bianco affermava che non sarebbe stato né il candidato della destra né il candidato della sinistra, il 6 Marzo ha ufficializzato la sua candidatura flirtando prima con Cuffaro, poi con De Luca, poi con Cancelleri, e poi – quando tutti si sono sfilati – si è ricordato del PD e dei suoi organismi dirigenti. Il resto è ruggine personale sintomatica di un rinnovato nervosismo, cui il PD e i militanti del PD (quelli che militanti lo sono 365 giorni all’anno ) non sono interessati”, conclude Guzzardi. Gli fa eco, a stretto giro,  Jacopo Torrisi, membro della segreteria regionale e volto noto dei dem catanesi con una “nota semiseria” sulle amministrative dal titolo “Di come Enzo Bianco può rovinarti la giornata”. 

“Poteva essere una gran giornata, belle notizie al lavoro, i bambini sono andati a dormire presto e la grande notizia della conclusione del lungo confronto che ha visto (per la prima volta a Catania), il Partito Democratico seduto al tavolo con i 5 stelle, sinistra italiana, Verdi, e tante forze civiche e progressiste (insomma la sinistra, quella che da anni si accusava reciprocamente senza fare mai un passo avanti ne uno indietro).

Abbiamo il candidato: Maurizio Caserta, uno studioso ed un uomo coraggioso e per bene alla guida di questo bel percorso (l’articolo è sotto). Potevo andare a letto contento e sereno, e invece? SBAM, arriva Bianco a rovinarmi il sonno. E si perché condividendo “le parole di Elisabetta Vanin” (parole che condivide spesso, e sfido io sono talmente precise e puntuali sul suo conto e così idolatranti che, ad occhi ingenui, potrebbero persino apparire parole direttamente di Bianco…)”, scrive Torrisi. 

“Ebbene, dopo aver disertato ogni tavolo di confronto (più o meno come ha fatto alle sedute del consiglio comunale), dopo aver ventilato per oltre un anno la possibilità di candidarsi perché i catanesi glielo chiedevano in massa (una massa fatta di pochi nomi molto ricorrenti in verità), con un balletto degno di Figaro e Susanna: 

– Enzo candidati ti prego. 

– Non lo so, ci penso. 

– Non abbandonarci.

– Vabbè dai vediamo ma non vi prometto niente dopo tutto questo, dopo non avere mai e dico mai pensato di proporsi al “suo” partito come un mortale qualunque, esce da un giornale per dire che lui si candida con tutti, ma proprio tutti anche con Cuffaro se lo aiuta, perché Cuffaro ha pagato il suo debito con la giustizia e quindi lui (Bianco) lo stima (ed io c….. che ho sempre stimato quelli che i debiti con la giustizia hanno evitato di contrarli al posto di chi è stato processato per mafia pensa che scemo), e poi ci resta pure male se il PD non gli corre dietro e se si parla di espulsione. Se non fosse gia tragico così ci sarebbe da ridere”, continua. Poi il “finale serio”.

“I nomi di Abramo e poi di Caserta sono il frutto di una nuova stagione di confronto in cui chiunque poteva dire la sua, anche Bianco se si fosse degnato, pensare che siano la volontà di un uomo solo è un’ offesa a tutti noi. A metterlo fuori dal PD non è l’astio personale di nessuno ma lo Statuto nazionale del Partito che Bianco ha contribuito a fondare, ti candidi contro il PD? Bene, sei fuori dal PD, e questo vale per tutti anche per Bianco. Chiuso, spero, questo teatrino adesso pensiamo alla Città che è allo sbando e non certo da quando è arrivato Pogliese ma da prima…”


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