Pd, Catanzaro: "Il congresso non sia una resa dei conti" - Live Sicilia

Pd, Catanzaro: “Il congresso non sia una resa dei conti”

Il capogruppo dem a Sala d’Ercole traccia una panoramica delle sfide del partito e delle prime azioni del governo regionale.

PALERMO – Michele Catanzaro, capogruppo del Pd a sala d’Ercole, fa il punto sul futuro del partito che si appresta ad eleggere il nuovo segretario nazionale. Certo che non si assisterà a rese dei conti e che il partito ne uscirà rafforzato, il deputato saccense non nasconde la propria preferenza nei confronti di Stefano Bonaccini. Catanzaro commenta i primi provvedimenti dell’esecutivo guidato da Renato Schifani augurandosi un maggiore discontinuità, rispetto a quella dimostrata finora, dal governo precedente. 

Catanzaro, la maggioranza diserta la prima seduta della Commissione Antimafia perché Cracolici ha definito Schifani “un’anatra zoppa” per via della sua imputazione nel processo Montante. Lei che ne pensa?

Guardi, la definizione “anatra zoppa” attiene alla sfera del dibattito politico ed è facile coglierne il significato. Non credo si possa reagire così quando ci si muove all’interno del dibattito politico, sarebbe come volere silenziare le opposizioni. 

Caro voli. Reputa sufficienti le misure messe in campo dal governo?

No, non le ritengo sufficienti. Non posso, tuttavia, negare che ci sia stato un passo in avanti rispetto al passato e che il presidente Schifani, denunciando tutto all’antitrust, abbia preso una posizione netta. Ma si può e si deve fare di più: ad esempio andare a Roma e rimanerci finchè non ci venga spiegato per quale motivo i voli per la Sicilia hanno prezzi così proibitivi. 

Nodo personale Covid. Qual è la situazione? Secondo lei il governo ha margini di manovra per intervenire?

Serve una norma nazionale per stabilizzare gli amministrativi: lo sappiamo e non vogliamo fare demagogia. Ma è pur vero che una settimana fa l’assessore ha annunciato una proroga e poi ha fatto una marcia indietro. Mi auguro che la Regione siciliana faccia valere le proprie ragioni in sede di bilancio a Roma, considerando che i due governi hanno anche lo stesso colore politico. Per quanto riguarda noi del Pd, in queste ore abbiamo incontrato i lavoratori, siamo pronti a sostenere queste persone, più di duemila, che per mesi hanno dato il loro importante contributo alla deficitaria struttura sanitaria siciliana. 

Il governo rischia di andare a sbattere sullo scoglio dell’esercizio provvisorio. Al netto delle rassicurazioni dell’assessore Falcone, secondo lei quanto è concreto il rischio?

Ritengo che il governo più che sull’esercizio provvisorio rischi di sbattere sul bilancio. Se fossi al loro posto riterrei forse molto più prudente andare in esercizio provvisorio piuttosto che insistere nel chiudere il bilancio per incassare nell’immediato un risultato politico e avere in seguito brutte sorprese.

Che idea si è fatta dell’esecutivo Schifani? Lo trova in continuità con quello guidato da Musumeci? 

Il governo è in carica da troppo poco tempo per dare un giudizio su questo aspetto. Però ho visto degli atteggiamenti che mi sono sembrati in continuità con l’esperienza precedente, del resto alcuni degli assessori di Schifani sono gli stessi di Musumeci. Mi auguro che si cambi passo e il governo si muova in netta discontinuità. 

Il congresso nazionale del Pd si avvicina. Teme che il partito siciliano ne possa uscire indebolito?

No, non ho mai temuto i momenti di confronto e di partecipazione. Dobbiamo semmai avere la maturità politica di uscirne rafforzati. Sono convinto che ne usciremo più forti ma con un’idea ben chiara: chi vince il congresso nazionale dovrà guidare il Pd attraverso proposte solide e credibili per fare opposizione al governo nazionale. Spero, invece, che non si assista ai soliti giochi.

Quali?

Che chi perde poI porta avanti battaglie strumentali e demagogiche per indebolire dall’interno il partito. 

In Sicilia ci saranno rese dei conti?

Per me in politica non esistono le rese dei conti. Un’idea che non può avere diritto di cittadinanza all’interno di un partito, serve invece un confronto anche aspro ma leale finalizzato a rafforzare il partito stesso. 

E lei? Conferma di volere sostenere Stefano Bonaccini?

Io finora non ho confermato nessuna adesione anche perché svolgo il ruolo di capogruppo del Pd all’Ars. Aspetto che vengano formulate delle proposte, ma è chiaro che mi sento più vicino all’idea di sostenere un segretario come Stefano Bonaccini. 


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