Alta tensione nel Pd| Bersani in soccorso di Lupo

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10 Novembre 2010, 16:55

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Si inasprisce lo scontro interno al Pd in merito ai rapporti con Raffaele Lombardo. Diversi parlamentari nazionali attaccano a testa bassa le scelte della segreteria regionale invocando al rottura con Lombardo, il gruppo parlamentare all’Ars si compatta invece sulla linea del partito che ha confermato il sostegno al governo regionale. E alla fine arriva Pierluigi Bersani a dare man forte alla segreteria regionale, dando il suo placet alla linea adottata da Lupo, malgrado le critiche di pezzi del partito.
I toni del dibattito sono tornati quelli di qualche mese fa, quando fu necessario l’approdo in Sicilia dell’inviato di Pierluigi Bersani, Maurizio Migliavacca, per cercare di trovare la quadra nel partito dilaniato. Oggi come allora a tenere banco è la vicenda giudiziaria del governatore, che parte del partito ritiene incompatibile con la linea del Partito democratico. A mostrare insofferenza era stato ieri, oltre al solito Ignazio Marino, persino un pezzo da novanta del peso di Walter Veltroni. Critico sulla permanenza del Pd nella nuova maggioranza formatasi all’Ars è stato, come sempre, anche Angelo Capodicasa. E oggi, Enzo Bianco, dall’inizio in prima linea contro ogni ipotesi di intesa con il governatore di Grammichele, è arrivato a dire oggi “che la posizione contraria è largamente maggioritaria fra i parlamentari siciliani del Pd”. Bianco ha parlato di “accordo insostenibile” con Lombardo: “Dagli atti processuali pubblici, a differenza di quello che ha dichiarato in buona fede ieri il segretario Giuseppe Lupo – sostiene Bianco – emerge un’intensità di rapporti di inaudita gravità con personaggi mafiosi di livello; rapporti assolutamente incompatibili con il profilo del Partito democratico”.
Pronta arriva la risposta del gruppo parlamentare all’Ars dei democratici, che si dimostra compatto nel difendere la scelta di mantenere l’accordo politico con Lombardo, se non ci saranno evoluzioni nell’indagine: “E’ inaccettabile – si legge in un documento congiunto firmato dalla stragrande maggioranza dei deputati regionali del Pd – che una vicenda giudiziaria rispetto alla quale la stessa Procura di Catania ha ritenuto di non dover adottare provvedimenti nei confronti del presidente Lombardo, venga strumentalizzata per mettere in discussione il pronunciamento della stragrande maggioranza del PD siciliano e del gruppo parlamentare all’Ars sul sostegno ad un governo formato da persone perbene, impegnato ad affrontare le emergenze sociali ed a combattere le illegalità, a cominciare dai settori più delicati come acqua, rifiuti, sanità ed energia”.
La nota porta la firma di 21 deputati. Ai quali si aggiungono il segretario Giuseppe Lupo e il capogruppo Antonello Cracolici, e fanno 23. In dissenso restano quindi solo in quattro, ossia Bernardo Mattarella, Miguel Donegani, Franco Barbagallo e Giacomo Di Benedetto (quest’ultimo è passato tra i “critici” in tempi più recenti).
Insomma, proprio come qualche mese fa, se i siciliani che siedono a Montecitorio e Palazzo Madama sono in buona parte ostili al feeling col governatore, i deputati regionali lo difendono a spada tratta, con lo spirito e la disicplina degli ultimi giapponesi. A dare man forte a Lupo e Cracolici arriva però Pierluigi Bersani in persona: “Il Pd siciliano – ha detto il segretario nazionale concludendo i lavori del Coordinamento nazionale del partito – ha fatto le proprie scelte anche rapportandosi con il partito nazionale. Bisogna seguire con attenzione l’evolversi della vicenda politica così come ha detto il segretario Lupo”.  Bersani, come riferiscono i presenti alla riunione, ha apprezzato la decisione di Lupo di convocare la direzione regionale del partito per un confronto sulla situazione politica in Sicilia e ha sottolineato che “il partito in Sicilia è molto attento ai temi della lotta alla mafia, tanti nostri amministratori sono stati minacciati, anch’io ne conosco qualcuno”.
Intanto, la temperatura dentro e fuori dal partito sale. Gli strali degli alleati dipietristi e vendoliani si fanno quotidiani, i malumori della base sono tangibili, i mal di pancia degli amministatori locali democratici per i tagli annunciati dal governo regionale si fanno sentire e le critiche del quotidiano d’area più autorevole, la Repubblica, sono sempre più insistenti.
“Rispetto l’opinione di tutti, e siamo aperti al confronto all’interno del partito con chi vuole offrire il proprio contributo, ma sulla vita politica del Pd in Sicilia decidono gli organismi democraticamente eletti e non i caminetti romani”, ha tagliato corto oggi il segretario Giuseppe Lupo. L’aria che tira nel Pd è tutta in questo stringato comunicato.

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10 Novembre 2010, 16:55

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