14 Novembre 2018, 21:45
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PALERMO – “Gli altri”, i non renziani del Pd, ancora ci sperano. Nella “soluzione unitaria” del congresso regionale, che porti a evitare il muro contro muro tra correnti e scongiuri la conta. Ma dalla parte renziana al momento non arrivano sponde. Anzi. Ci ha pensato stamattina Luca Sammartino, dato per papabile candidato segretario, a fare un passo indietro lanciando con un’intervista a La Sicilia la candidatura del capocorrente Davide Faraone.
Altro che candidato unitario. Faraone vuol dire Renzi, il suo profilo, certamente titolato per la segreteria è però divisivo alla luce degli scenari interni al Pd. E difficilmente digeribile agli “altri”. Che poi sarebbero per lo più quelli che a Roma sosterranno Nicola Zingaretti. Una miscela di ex avversari interni, per lo più gli ex Ds e l’Areadem di Giuseppe Lupo. Che fu eletto capogruppo all’Ars proprio con i voti dei renziani (da quelle parti il dettaglio lo si rimarca a ogni buona occasione). E che ora è tra i più attivi nel cercare fino all’ultimo una soluzione unitaria. Si racconta che ambasciatori di quella parte abbiano persino proposto a Faraone nei giorni scorsi di fare lui il nome del candidato unitario.
Ma l’uscita di Sammartino lancia la candidatura dell’ex sottosegretario, nel nome dell’apertura al centro e ai moderati. Criptonite per certi pezzi del partito antirenziani. E la sortita del deputato catanese prelude una conta al gazebo. Con “gli altri” costretti a quel punto a trovare un’alternativa. Oggi, questo gruppo variegato di non renziani, si è riunito a Palermo, in serata, per fare il punto della situazione, con molti big di partito presenti, tra deputati ed ex di peso. Unità è rimasta la parola d’ordine. Come a dire: finché ci sarà tempo si cercherà di trovare uno spiraglio dai renziani per un nome che possa esser sostenuto da tutti. Uno scenario ritenuto non solo auspicabile ma “necessario” da big del partito che fino a stasera hanno continuato a confrontarsi con i faraoniani.
Ma lo spiraglio si fa sempre più stretto man mano che passano le ore e si avvicina la scadenza di domenica sera, quando si dovranno presentare le candidature al congresso di metà dicembre. Finché Faraone non risponderà presente ufficializzando la sua discesa in campo, “gli altri” sperano in un accordo per non scatenare “la guerra dei mondi” (come riassume un dirigente) e ancora oggi si dicono fiduciosi Il dialogo interno tra le correnti resterebbe ancora aperto.
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14 Novembre 2018, 21:45