03 Gennaio 2018, 13:22
3 min di lettura
PALERMO – C’è un pezzo del Pd che non ci sta. E non è un pezzo di poco conto. Quella che un tempo era la corrente guidata da Antonello Cracolici si sgancia in buona parte dal suo leader storico e si chiama a raccolta a Palermo per farsi sentire in vista delle Politiche. Prima che, spiegano i promotori dell’incontro, “un partito che è nelle mani di una classe dirigente che ha passato cinque anni a litigare” prepari un altro suicidio perfetto come quello delle Regionali.
L’appuntamento è per domani alle 16 presso la sede del partito in via Bentivegna. Previsto l’arrivo a Palermo di sindaci, amministratori, ex parlamentari, segretari di federazione provinciale e di circoli . “C’è la preoccupazione che le prossime elezioni per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato possano diventare l’ennesima sconfitta del PD siciliano in proporzioni tali da mortificare ed umiliare coloro che credono e vogliano continuare a credere nei valori del PD”, si legge in una nota inviata ai giornali dall’ex deputato Giovanni Panepinto, non rieletto a questa tornata.
“La preoccupazione è legittima – prosegue la nota – per come è stata iniziata e condotta la campagna elettorale per le elezioni regionali , per il pessimo esordio all’Ars del gruppo parlamentare del PD, per il silenzio assordante sul prossimo appuntamento elettorale a Palermo come a Roma. Non si vuole fondare nessuna nuova corrente ma provare a capire e far capire che serve un impegno straordinario di tutti, il coinvolgimento di tutti i gruppi dirigenti del PD siciliano a ogni livello , per evitare che il PD in Sicilia sia marginale e insignificante elettoralmente e politicamente. Bisogna impedire che il disimpegno contagi e abbia il sopravvento”.
In particolare, gli autoconvocati lanciano l’allarme sui collegi uninominali: la paura è che nel Pd siciliano prevalga la rassegnazione di perderli tutti. “Bisogna impedire che cinicamente si rinunci a priori ad impegnarsi nei collegi uninominali per vincere e che si assegnino i posti sicuri sulla base di accordi di basso profilo. C’è tempo e modo per impedire che il disimpegno diventi rifugio di tanti militanti e dirigenti democratici . In coloro che si incontrano è chiaro che non c’è voglia di rivincita o pretese di qualsiasi tipo”.
La riunione si preannuncia affollata. Oltre a Panepinto sono attesi altri big del partito da tutta l’Isola, soprattutto da fuori Palermo. Nei territori, infatti, è forte il malcontento verso la classe dirigente palermitana e da più parti si sottolinea che proprio nel capoluogo il Pd ha ottenuto il risultato più disastroso.
E allora per dire no a quello che dietro le quinte già si definisce il possibile “accordo di quattro amici a Roma” sulle liste, sono attesi domani il deputato Giuseppe Arancio, l’ex Lillo Speziale, Giacomo Tranchida, primo dei non eletti a Trapani, insieme a un po’ di esponenti trapanesi, Mario Alloro, già crisafulliano e poi renziano non rieletto a Enna, grossi pezzi della segreteria provinciale di Caltanissetta e sindaci del Nisseno, consiglieri comunali e dirigenti di partito dell’Agrigentino. Da Ragusa è atteso un altro ex che ha mancato la rielezione a Sala d’Ercole, cioè Pippo Digiacomo. Non andranno da Catania Angelo Villari e Concetta Raja (che fanno riferimento a Damiano e Andrea Orlando). Che però concordano sull’esigenza su una rappresentatività dei territori. Insomma, cerca di organizzarsi un buon pezzo della sinistra del partito – che è anche l’area di riferimento del segretario Fausto Raciti, che non ci sarà ma che gli organizzatori non hanno nel mirino (gli autoconvocati di domani fanno quasi tutti capo alla stessa corrente nazionale del segretario) – che intende rimarcare la distanza dall’esperienza Crocetta e dai suoi protagonisti. La sfida per le candidature del 4 marzo è aperta.
Cracolici non commenta, ma dal suo entourage fanno sapere: “È evidente che c’è un malessere diffuso nel partito, queste iniziative lo dimostrano e probabilmente ce ne saranno altre simili nelle prossime ore. Ma pensare che questa situazione sia un fatto solo ‘siciliano’ sarebbe un errore: c’è bisogno di una ‘reazione politica’, a partire dal gruppo dirigente nazionale”.
Pubblicato il
03 Gennaio 2018, 13:22