28 Febbraio 2015, 13:47
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PALERMO – Dal cugino di Matteo Messina Denaro che ripudia il parente della madre dal palco, agli applausi che hanno accompagnato l’ingresso di Lucia Borsellino alle ex Officine Sandron, passando per le scintille Faraone-Crocetta sull’antimafia dinteresse e omertosa. E’ stata una giornata intensa, quella dell’apertura di Sicilia2.0, la prima Leopolda siciliana, “un momento di condivisione – ha annunciato dal palco il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone – destinato a diventare un appuntamento annuale”. “Abbiamo esaurito la possibilità di registrare i partecipanti – ha detto Faraone chiudendo l’assemblea plenaria in serata – abbiamo toccato quota 3000. Alla fine di questa giornata posso dire che mi dispiace per chi non è venuto, perché non c’erano pullman organizzati, si è trattato di una larga partecipazione spontanea”.
Una giornata ricca di interventi, nella quale non è mancato il botta e risposta tra il padrone di casa e il governatore, Rosario Crocetta. Nel suo intervento d’apertura, infatti, Faraone aveva definito “omertosa” una certa antimafia che denuncia quasi quotidianamente episodi in Procura. “Basta con un certo tipo di antimafia – ha detto dal palco – che si muove solo per interesse, perché proprio questo modo di agire danneggia chi fa antimafia veramente e sul campo, come le tante cooperative che gestiscono i beni confiscati”. Faraone ha anche stigmatizzato “il rito di chi pensa di fare antimafia solo presentandosi nelle Procure per fare denunce” e ha definito questo modo di agire “omertoso” rispetto a chi ha la responsabilità politica e istituzionale di risolvere i problemi della gente.
Parole che hanno innescato la reazione del governatore Rosario Crocetta: “Non fa l’antimafia di comodo chi ci mette la faccia e fa pubbliche denunce – ha ribattuto il presidente della Regione -. Chi amministra ha l’obbligo di farlo, altrimenti commette un reato. Abbiamo recuperato i soldi per i giovani e per la sanità togliendoli ai corrotti”.
Ma mentre fuori dalle ex Officine a farla da padrone è stata la protesta dei lavoratori di Almaviva, all’interno della struttura molti gli occhi sono rimasti puntati ai trasfughi di Articolo 4 alla loro prima apparizione pubblica in casa Pd. Un salto, quello di Paolo Ruggirello, Luca Sammartino, Valeria Sudano e Alice Anselmo, che ha creato diversi maldipancia tra i ‘cuperliani’, grandi assenti alla Leopolda siciliana e soprattutto tra i civatiani, con decine di iscritti che hanno lasciato il partito per abbracciare un nuovo progetto politico di sinistra assieme a Sel.
Il tema degli ultimi ingressi nel partito democratico siciliano sono invece stati affrontati da Graziano Delrio, che a margine della kermesse ha detto che “pur non conoscendo nel dettaglio la situazione siciliana credo sia una scelta opportuna avere tanti contributi da tante culture diverse”. Secondo Delrio, “è responsabilità dei dirigenti regionali vigilare perché le cose si svolgano in maniera corretta e vi sia un grande presidio sulla legalità. Sono scelte che il Pd ha fatto in maniera decisa e irreversibile. Non sono preoccupato. Ho fiducia nei dirigenti regionali”.
In prima fila Alessandro Baccei, luogotenente di Palazzo Chigi sbarcato nell’isola per rimettere in sesto i conti del bilancio colabrodo della Regione, nel suo ruolo di assessore all’Economia, ma soprattutto per avviare le riforme chieste da Roma e seguite in prima persona dal sottosegretario Graziano Delrio, sul palco al fianco di Faraone per una kermesse che riaccende di colpo i riflettori sul Pd siciliano ancora una volta alle prese con polemiche, equilibri e assestamenti di partito.
A seguire i lavori alle Officine un parterre difficile da elencare senza incorrere nel rischio di dimenticare qualcuno, dagli assessori regionali a diversi parlamentari regionali e nazionali, da numerosi intellettuali siciliani a diversi esponenti del mondo dell’imprenditoria, dai renziani della prima ora ai socialisti, fino ai curiosi e simpatizzanti.
Tra i tanti contributi che si sono alternati nel corso della mattinata sul palco, anche l’intervento del direttore di Livesicilia, Giuseppe Sottile, salito sul palco della Leopolda sicula dopo la proiezione di un breve filmato per ricordare Francesco Foresta, fondatore di Livesicilia e del gruppo editoriale Novantacento che edita i periodici I love Sicilia e S, scomparso lo scorso 10 gennaio. “Francesco non era soltanto un giornalista – ha detto Sottile – era uno di quei siciliani atipici a cui hanno fatto riferimento gli interlocutori che mi hanno preceduto. Lui ha saputo rischiare, si è messo in proprio e ha creato quello che è oggi un vero e proprio gioiello imprenditoriale. L’intuizione di Foresta – ha aggiunto Sottile – ha rovesciato quel luogo comune secondo cui i giornali devono seguire la cosiddetta obiettività dell’informazione, che non è altro che un’impostura. Lui ha sradicato questo principio, dimostrando che questa Sicilia può andare avanti smontando i miti che la opprimono, smontando le imposture rappresentate dalle illusioni che ci detta l’autonomia. Per fare questo, però – ha concluso – è necessario un governo che governi. Possiamo accettare che questo governo non governi per altri tre anni? Con quale governo e con quali tempi dobbiamo mettere mano alla questione siciliana?”.
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28 Febbraio 2015, 13:47