Pd, sabato la direzione: si va verso la resa dei conti? - Live Sicilia

Pd, sabato la direzione: si va verso la resa dei conti?

C'è chi getta acqua sul fuoco e chi chiama alle armi. Le posizioni in campo.

PALERMO – Uno, nessuno, centomila Pd. Sabato la direzione regionale del partito democratico farà un bilancio dei risultati della doppia tornata elettorale che ha visto trionfare il centrodestra a Roma e a Palermo. L’analisi della sconfitta sarà l’alibi per una resa dei conti interna o un primo passo per rilanciare il partito? Ai posteri l’ardua sentenza. 

C’è chi si augura una discussione franca che eviti di individuare un capro espiatorio facendo notare che buona parte delle scelte del partito avallate dalla direzione sono passate all’unanimità. La fronda dei malpancisti interni  è pronta a contarsi, sabato si vedrà la tenuta  del gruppo che vede ad oggi soprattutto l’area orfiniana del partito siculo (e di Carmelo Miceli) in prima linea. Più sfumate finora le prese di posizione delle altre anime dem e di alcuni big che, realisticamente, diranno parole più nette in direzione. Ma i tempi della direzione si intrecciano con la discussione intavolata dal partito nazionale che il segretario Enrico Letta traghetterà fino al congresso che si terrà in primavera. La tempistica lascia immaginare che in Sicilia ci potrebbe essere un rimescolamento delle carte legato ai posizionamenti correntizi. Insomma, tutto è in divenire anche perchè la fotografia dei nuovi eletti scattata dall’ultima tornata elettorale immortala nuovi e diversi rapporti di forza tra i dirigenti dem.

Alla direzione parteciperà il vice segretario nazionale Peppe Provenzano. Il segretario regionale Anthony Barbagallo resta in silenzio, parlerà soltanto in direzione. Tra i big del partito, nel frattempo, serpeggia la curiosità su come il segretario affronterà la sfida. C’è chi auspica le sue dimissioni (ipotesi smentita a chiare lettere dallo stesso Barbagallo) e chi ritiene che potrebbe fare come Letta in attesa del congresso (che in tanti chiedono) e chi che metta in campo un tentativo di ricucire per ripartire. Molto (o meglio tutto) dipenderà dai numeri in direzione.

Gli ultimi mal di pancia, solo in ordine di tempo, sono legati alla decisione di convocare la direzione (sede che non consente tecnicamente di sfiduciare il segretario) e non l’assemblea come previsto nell’ultima relazione del segretario approvata. Tuttavia, l’assemblea necessità di un presidente che non è stato ancora individuato, e il percorso potrebbe giù essere attivato a partire dall’esito dell’incontro di sabato. “L’assemblea era stata convocata durante l’ultima direzione con l’approvazione della relazione di Barbagallo. Avere deciso di virare sulla direzione è l’ennesima dimostrazione di come Barbagallo consideri il Pd ed i suoi organismi un fatto personale facendo e disfacendo ciò che vuole”, spiega Antonio Rubino ai microfoni di Live Sicilia. “Auspichiamo per il Pd che Barbagallo e chi lo ha coadiuvato nella sua disastrosa gestione arrivi dimissionario e si convochi il congresso in Sicilia. Se la relazione non conterrà la sua esplicite dimissioni, voterò contro”, annuncia. Diverso il punto di vista del presidente del partito, Antonio Ferrante. “Ho convocato la direzione perché è quella sede nella quale abbiamo affrontato e deciso insieme, quasi sempre all’unanimità, tutti i passaggi di questa difficile stagione. Mi aspetto un confronto sincero incentrato sul come darci, anche in Sicilia, quell’anima riformista che ci è mancata e, da lì, ripartire battendo il territorio centimetro per centimetro. Se davvero abbiamo capito la lezione delle urne, questa sarà la prima occasione per dimostrarlo “, dice a Live Sicilia.

A gettare acqua sul fuoco ci pensa anche neodeputato regionale e responsabile organizzazione regionale dem, Fabio Venezia (che nei giorni scorsi intervistato da Repubblica aveva escluso che la soluzione per risolvere le grane del partito fossero le dimissioni del segretario). L’esito delle elezioni impone una riflessione politica senza pregiudizi e infingimenti. Evitando crisi esistenziali dettate dall’emotività del momento occorre trarre dalla sconfitta i giusti insegnamenti per ripartire. Adesso si apre una fase nuova di rilancio che dovrà mettere al centro della riflessione politica l’identità del partito e la lotta contro le diseguaglianze mantenendo forte il legame con il territorio”, spiega il sindaco di Troina a Live Sicilia rilanciando la discussione sui temi. Diplomatico, ma  da leggere tra le righe, il commento di Giuseppe Lupo uno dei grandi esclusi dalla competizione delle regionali. “Mi aspetto un’analisi seria della sconfitta elettorale e che emergano le proposte sulla linea politica che il partito deve seguire per una ferrea opposizione al governo Schifani, un partito da ricostruire a partire dai territori con i congressi come anticipato a Letta”, dice a Live Sicilia. E aggiunge: “Bisogna azzerare le strutture di partito e metterci tutti in discussione dando la parola agli iscritti e agli elettori”. Una posizione che richiama le parole di Antonello Cracolici che, intervistato da Live Sicilia, ha escluso “i bagni di sangue” e la richiesta di avanzare le dimissioni del segretario non senza evitare una stoccata. “Nessuno mi sentirà mai dire che qualcuno se ne deve andare. C’è, però, una questione: una classe dirigente è autorevole se è riconosciuta dagli altri. E noi dobbiamo riconoscere che il nodo dell’autonomia del partito in Sicilia, rispetto alle dinamiche nazionali, è una cosa da affrontare. Abbiamo visto quello che è successo”, risponde a domanda diretta.

Chi sabato non farà sconti ai vertici dem è l’ex deputato orfiniano Fausto Raciti (uscente non ricandidato). “Si sta generando un clima in cui il pilota dà la colpa di avere perso la corsa alla macchina, in questo clima si sta cercando di inserire anche il Pd siciliano che cerca di allontanare una discussione sui propri errori, su cosa cambiare davvero cercando di sciogliere tutti in una discussione in cui l’idea che si cerca di fare prevalere è che abbiamo tenuto e che va bene così”, argomenta ai microfoni di Live Sicilia. “Questa cosa non è seria, non mi può vedere d’accordo, e non è rispettosa di come un partito deve stare insieme, penso che Barbagallo abbia una responsabilità che va oltre l’esito del voto e che riguarda il fatto di avere nascosto al partito, fino all’ultimo minuto, che la Chinnici aveva manifestato un problema sulla composizione delle liste rispetto a chi aveva procedimenti penali in corso: un fatto che trovo gravissimo.”, aggiunge. Per capire come andrà a finire non resta che attendere ancora un paio di giorni. 


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