08 Gennaio 2025, 12:52
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PALERMO – C’è una terza via possibile per l’assemblea regionale del Partito democratico che sabato dovrebbe approvare le regole congressuali per l’elezione del nuovo segretario. Uno scenario che porterebbe ad un commissariamento della fase congressuale. Un’ipotesi che alcune fonti del partito vedono di difficile concretizzazione ma che è comunque possibile.
In queste ore la tensione in casa dem è a livelli altissimi ed è partita la conta interna. La ‘guerra’ al segretario regionale Anthony Barbagallo, che intende ricandidarsi alla guida dei democratici siciliani, è sfociata in un documento firmato da 16 personalità in vista del partito con il quale si sollevano vizi di forma alla convocazione della riunione di sabato all’hotel Astoria di Palermo.
Barbagallo punta a riunire la maggioranza assoluta dell’assemblea, che conta trecento aventi diritto, per approvare il regolamento congressuale che consentirà la scelta del segretario soltanto ai tesserati del Pd. Dall’altra parte si guarda invece alle primarie che diano la possibilità anche ai simpatizzanti dem di esprimere il proprio voto per la scelta del segretario. “L’esperienza registrata alla corsa per la segreteria nazionale, con l’entusiasmo nato dalla candidatura di Schlein che ha aperto alla ‘contaminazione’ del partito con la società civile dovrebbe insegnare molto”, dice un’autorevole voce dem contraria al voto esclusivo per gli iscritti.
I riflettori saranno puntati quindi sul contatore dell’assemblea. La segreteria regionale ha diffuso anche un link per il collegamento in remoto, circostanza comunque contestata dai 16 secondo i quali il collegamento a distanza non garantirebbe la segretezza del voto. Il raggiungimento di quota 151 significherebbe il via libera alle regole volute da Barbagallo. Resta da capire quanti componenti di un organismo che negli ultimi tentativi non è riuscito a riunirsi si presenteranno all’appuntamento di sabato.
Il secondo scenario, con i presenti che non raggiungono il numero legale, porterebbe ad uno stallo dei lavori e lascerebbe in piedi le regole del vecchio statuto regionale, con le primarie e la scelta del segretario aperta a tutti. A questo punto, però, potrebbe tornare in primo piano il responso della Commissione nazionale di garanzia che, davanti a un quesito formulato nelle scorse settimane da Barbagallo, ha risposto indicando nell’assemblea regionale l’organo deputato alla modifica delle regole congressuali.
Una indicazione che aprirebbe, per forza di cose, la strada alla terza ipotesi: il commissariamento della fase congressuale del Pd siciliano per arrivare comunque alla scelta del nuovo segretario. Il responsabile organizzativo del Pd nazionale Igor Taruffi, che sabato assisterà ai lavori con il responsabile Enti locali Davide Baruffi, potrebbe quindi dismettere i panni del semplice osservatore e assumere l’incarico commissariale sulle sue spalle conducendo le danze per l’approvazione del nuovo regolamento.
Tutto questo, ovviamente, al netto di colpi di scena e levate di scudi che potrebbero arrivare dalla corrente dei dissidenti, che ha il suo asse portante nel gruppo parlamentare all’Ars, surriscaldando l’assemblea. Non tutto il gruppo all’Ars, tuttavia, è contro Barbagallo. Il deputato regionale Nello Dipasquale ha annunciato il suo appoggio al segretario uscente, che gode già del sostegno dell’area Schlein. Il deputato ragusano si è anche detto contrario alle primarie aperte a tutti.
Dall’altra parte della barricata un altro parlamentare regionale, Fabio Venezia, che in tanti danno come possibile outsider per la segreteria. “Non si capisce perché Barbagallo tema le primarie e voglia andare avanti con questa forzatura”, le parole dell’ex sindaco di Troina. Nell’elenco dei 16 dissidenti, tra cui gli esponenti dell’area Orfini e i sostenitori di Bonaccini, mancano comunque altri tre nomi del gruppo parlamentare all’Ars: Valentina Chinnici, Dario Safina e Antonello Cracolici.
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08 Gennaio 2025, 12:52