26 Settembre 2024, 12:45
3 min di lettura
PALERMO – Antonio Ferrante si è dimesso dalla presidenza del Pd Sicilia. Lo ha fatto con una lettera durissima inviata alla Direzione regionale Dem e al segretario Anthony Barbagallo.
“L’attuale situazione nella quale versa il partito, nonché l’atteggiamento che certa parte della dirigenza ha mostrato nei miei confronti, mi costringe ad una decisione difficile e umanamente dolorosa ma necessaria”, scrive Ferrante nella lettera.
Il Pd, secondo il suo ex presidente, appare ormai come un partito “ombra di sé stesso, lacerato dalle divisioni interne e proiettato già, elmetti in testa, verso un congresso che sin dalle prime battute – continua – appare come una guerra fratricida, prima che un confronto democratico per scegliere la classe dirigente, uno scontro all’ultimo sangue più feroce di quello con le destre”.
“Oggi più che mai – osserva ancora -, con i peggiori governi della storia, tanto in Sicilia quanto nel Paese, occorrerebbe unità e condivisione, qualità che difettano nel nostro partito perché soffocate dai personalismi e dalle logiche di schieramento interno”. Davanti a questa situazione, tuttavia, “i dirigenti non eletti e gli organismi territoriali appaiono sempre di più foglie di fico in continuo assottigliamento”. Un quadro che Ferrante definisce “desolante” e “puntualmente coperto dietro l’opportunistica frase ‘ripartiamo dai circoli e dai territori'”.
Nel pratico, a Ferrante non è andata giù l’organizzazione della Festa dell’Unità di Palermo proprio nei giorni in cui aveva progettato la ‘Summer School’ (“la prima”) del Pd Sicilia. “Ho trovato inaccettabile l’indifferenza, se non addirittura il boicottaggio di un evento che avrebbe segnato – dice – una certezza oltre ogni classe dirigente e lanciato il messaggio che il partito vuole che i propri giovani sognino da leader prima che aspirare a fare i portaborse”.
“Se poi si arriva addirittura ad organizzare in contemporanea una Festa dell’Unità nella stessa provincia – ancora la lettera – appare chiaro l’obiettivo di far passare in secondo piano un’iniziativa fondamentale in nome delle scaramucce precongressuali che non risparmiano neanche le nostre e i nostri ragazzi, come sempre vittime finali dei nostri errori”.
E infine una considerazione amara: “In questo quadro, per me, è impossibile continuare a dare il massimo come ho fatto in questi anni, impiegando tempo e risorse, con la consapevolezza che l’impegno dei tanti semplici dirigenti come me non potrà mai cambiare una mentalità da continuo ‘si salvi chi può’, una perenne lotta intestina per accaparrarsi gli ultimi vestiti in saldo prima che il negozio chiuda per fallimento”.
Il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, si dice “profondamente amareggiato” per le dimissioni di Ferrante. “Durante il mio mandato mi sono battuto per rinnovare la classe dirigente del Pd – spiega -, dando ampio spazio ai giovani e valorizzando anche le attività sui territori attraverso i circoli. In questi 4 anni di intensa attività politica abbiamo sempre condiviso progetto e obiettivi. Ritengo le questioni poste serie e necessarie di approfondimento”. E infine l’auspicio “che la Direzione respinga le dimissioni e che, anche con un dibattito franco, si possa riprendere il percorso che ci porterà al congresso per il rinnovo di tutti gli organismi”.
Pubblicato il
26 Settembre 2024, 12:45