Peculato: ex assessore nei guai

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23 Maggio 2012, 13:50

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Padre e figlio davanti al gup, il prossimo 29 maggio. L’ex assessore comunale alla Statistica e Anagrafe del comune di Messina, Carmelo Santalco (nella foto), e il padre, Benito, dovranno essere giudicati dal gup Maria Teresa Arena tra qualche giorno. Entrambi coinvolti nell’inchiesta della Procura di Messina, sono accusati di peculato ( Carmelo Santalco), di concussione ( Benito Santalco). Quest’ultimo era stato arrestato il 4 dicembre scorso, quando le indagini della sezione di Pg dei carabinieri stabilirono che, dal 2001 al 2006, nella sua qualità di presidente provinciale del patronato Ente assistenza sociale per gli artigiani, Benito Santalco avrebbe imposto ad un dipendente di versare 500mila lire prima, 258 euro dopo, ad un uomo che lavorava in nero per il patronato che dirigeva.

Proprio nel corso delle indagini, le intercettazioni sul telefono di Santalco padre rivelarono il gran numero di chiamate in arrivo da un telefono istituzionale: quello che il figlio Carmelo, al tempo assessore a palazzo Zanca, avrebbe dovuto utilizzare solo per lavoro. Da quell’utenza, accertarono i carabinieri, per circa 4 mesi furono effettuate chiamate per un totale di circa 500 euro. Il tutto a spese del Comune. Da qui l’accusa di peculato per l’assessore e la richiesta, da parte del pm inquirente, degli arresti domiciliari. La richiesta fu rigettata dal gup Micali, che dispose, invece, la sospensione dalle funzioni per due mesi per Carmelo Santalco. Ma lui presentò le dimissioni. I due sono inoltre accusati di avere sottratto denaro dalle casse del patronato Easa per spese personali: la bolletta dell’acqua utilizzata per riempire una piscina a Rometta e il pagamento del conto Sacra Lux per illuminare la tomba di famiglia. Per questo è ipotizzato il reato di peculato anche per Benito Santalco.

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23 Maggio 2012, 13:50

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