02 Luglio 2015, 19:50
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PALERMO – Un dipendente delle Poste e un impiegato comunale condannati, un altro lavoratore dell’amministrazione di Palazzo delle Aquile assolto. Secondo l’accusa, Giuseppe Conigliaro in servizio in un’agenzia a Brancaccio prima e poi trasferito in piazza Principe di Camporeale (a causa dell’inchiesta ha infine perso il lavoro) si sarebbe messo d’accordo con Vincenzo Messina, dipendente dell’Edilizia Privata del Comune, per incassare rimborsi Irpef e Inps di ignari cittadini.
Il primo è stato condannato a cinque anni per peculato (si sarebbe appropriato di 24 mila euro), il secondo a tre anni e mezzo per accesso abusivo al sistema informatico. Assolta, invece, Maria Barone, addetta del servizio Tributi (era difesa dagli avvocati Giovanni Castronovo e Simona La Verde).
All’ufficio postale in cui lavorava Conigliaro arrivavano rimborsi Irpef o assegni emessi dall’Inps. Il dipendente avrebbe chiamato l’amico al Comune per conoscere i dati dei documenti di identità che poi apponeva sulla ricevuta con tanto di firma del destinatario delle somme. Che a quel punto risultava avere incassato i soldi. Uno di loro ha scoperto il raggiro e si è rivolto ai carabinieri.
La sentenza è stata emessa dalla terza sezione del Tribunale, presieduta da Vincenzina Massa, che ha mandato assolta la Barone. L’ipotesi, che non ha retto al vaglio dei giudici, è che anche lei si fosse introdotta nel sistema informatico per carpire i dati di un contribuente che attendeva il rimborso. Gli avvocati Castronovo e La Verde hanno dimostrato che l’acceso al sistema informatico avvenne in maniera del tutto lecita. Da qui l’assoluzione perché il fatto non sussiste.
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02 Luglio 2015, 19:50