Pedara, tramonta l’era Barbagallo| Al via la campagna per Fallica

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27 Aprile 2015, 17:04

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CATANIA – Si tratta di un vero e proprio passaggio di testimone. Una suggestione, forse. Ma non lontana dalla realtà. È stato, infatti, il sindaco uscente Anthony Barbagallo a presentare oggi alla stampa la candidatura del vice Antonio Fallica alla sua successione. Una scelta – spiega il primo cittadino – “in perfetta continuità con la storia pedarese”. Nelle cronache più o meno recenti, non c’è che dire: il neosindaco è sempre uscito dalle fila della maggioranza. Fallica per ora fa gli scongiuri. Se il protocollo lo consentisse, si toccherebbe dove non batte il Sole. Qualora eletto, per lui, si tratterebbe di un ritorno a casa. Anzi, in famiglia. Prima di essere un “barbagalliano di ferro” – attribuzione che rivendica con orgoglio – è figlio di quel Carmelo che ha guidato Pedara per tutti gli anni Ottanta. Un’eredità non da poco, sicuramente.

Francesco Laudani (Forza Italia)

Inciucio? “Nient’affatto. Meglio parlare di larghe intese. Anzi, di un gruppo di amici a lavoro”, spiega Fallica. “E finiamola con il governo di salute pubblica”. Fatto sta che l’area che lo sostiene mette assieme il centro, la destra e l’area dem. Ma non è la prima volta che succede a Pedara. Il tutto però è in “chiave civica”, rassicurano. In effetti, i simboli delle liste che lo sosterranno, almeno a prima vista, non rievocano i brand dei partiti nazionali. Eccetto per il Pd, unico contrassegno ben identificabile. “Esprimendo anche un deputato regionale che è pure il sindaco uscente – spiega il segretario comunale Salvo Bonaccorsi – era doveroso esserci”. Mentre Barbagallo gioca di sponda: “Viste le percentuali raccolte qui, doveva essere il Partito democratico a lanciare una proposta politica”. Spiegazione che va bene a Forza Italia. Questione chiusa. Intanto il partito azzurro schiera il cartello Pedara Responsabile, con dentro i consiglieri uscenti Davide Russo e Bruno Spitaleri. Un danno non avere il simbolo? “Nei piccoli centri – dice Francesco Laudani – non fa tutta questa evidenza. Per noi è importante che gli impegni programmati in campagna elettorale siano rispettati”.

da sinistra: Bonaccorsi, M. Laudani, Fallica, Barbagallo, F. Laudani, Torrisi.

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Ed è proprio la volontà di fare il bene del Comune dell’Epidauro a spianare ogni differenza. La pensa così l’Ncd Mario Laudani. “L’importante è che si realizzi un progetto di ricchezza e sviluppo. Per quanto mi riguarda, finora, anche dall’opposizione ho lavorato esclusivamente per Pedara”. I firrarelliani, infatti, negli ultimi cinque anni hanno militato nelle fila della minoranza. Finita l’era Barbagallo, si azzerano però i ruoli. Laudani stavolta è il patron di Per Pedara, lista con all’interno Milena Verdi e l’assessore uscente di fede musumeciana Prospero Testa. La quarta colonna della coalizione va al seguito di Salvo Torrisi. Barbagalliano pure lui, ma d’ispirazione centrista. “Il fratello maggiore” – così si definisce – tra i componenti della cordata. In lista con lui ci saranno, anche, l’Udc Angelo Pulvirenti e il già autonomista Salvatore Corsaro. Non a caso, il nome è Pedara al Centro.

Se è vero, però, che di sondaggi non ne siano stati confezionati, è chiaro che Fallica parte con un vantaggio non indifferente. Ma non è detta l’ultima parola. L’intesa in suo favore è sicuramente larga, ma la tegola per lui può arrivare proprio da centrosinistra. Il renziano Domenico Pappalardo, peraltro zio di Anthony Barbagallo, ha fatto sì un passo indietro rispetto all’ipotesi di candidarsi a sindaco, ma per concorrere come consigliere dentro la lista a sostegno di Roberto Laudani, già vicesindaco in passato in rappresentanza di An. Una manovra che potrebbe allettare quanti non apprezzato il modello “della salute pubblica”. Insomma, le larghe intese a Pedara si fanno a tutti i livelli. Intanto, ha già aperto il comitato elettorale Gaetano Petralia, anche lui negli ultimi dieci anni in giunta e che ora sfida Fallica sul versante di Noi con Salvini. Chiara e netta è, infine, la posizione del cinque stelle Nuccio Tropi. Per lui si tratta di una sfida al Palazzo. Il motto non ammette repliche: “Pedara nelle mani dei cittadini!”.

 

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27 Aprile 2015, 17:04

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