Pedoni falciati, auto e moto pirata | La lunga scia di sangue a Palermo

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22 Maggio 2015, 06:00

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PALERMO – Quel giorno nessuno avrebbe immaginato che non sarebbero più tornati a casa o che sarebbero finiti in ospedale. C’era chi si stava recando al lavoro, chi doveva andare a fare la spesa, chi era in giro per effettuare commissioni o per fare semplicemente una passeggiata. Un giorno maledetto che in un anno a Palermo, si è ripetuto quasi venti volte. Troppe. Perché quelle persone si sono trasformate in vittime o si sono salvate per miracolo. Vittime della strada che nel loro cammino hanno incrociato il binomio della sfortuna e dell’irresponsabilità, con tanto di fuga, spesso, di chi si trovava al volante dell’auto o dello scooter che li ha uccisi.

A Tania Valguarnera è successo proprio questo. Dopo essere stata investita l’hanno lasciata sull’asfalto, in pieno centro città, sanguinante. E la sua vita è finita a quasi 30 anni. Nove giorni prima aveva perso la sua lotta contro la morte Antonino Caminita, pensionato di 66 anni. Quindici giorni di speranza, ricoverato al Civico, poi il decesso per le gravissime ferite riportate: a travolgerlo col suo ciclomotore un 29enne figlio di un impresario di pompe funebri che in via Roma non si era fermato per soccorrerlo. Quando si presentò alla polizia disse di non avere avuto il tempo, andava di fretta.

Tre giorni di agonia, poi la morte, per un anziano investito a Brancaccio a fine gennaio. A travolgerlo una ragazza su un Piaggio X9 in via Azolino Hazon, vicino alla sua abitazione. In quel caso l’ambulanza fu chiamata in tempo, ma nulla riuscì a salvare Armando Arena.

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La maggior parte dei pedoni, a Palermo, viene investita sulle strisce pedonali. La segnaletica orizzontale non viene rispettata e a dirlo sono i dati: in base al bilancio stilato lo scorso dicembre dall’associazione “Amici della polizia stradale”, a fermarsi davanti alle strisce è soltanto il 12 per cento degli automobilisti del capoluogo. Ovvero, c’è un’altissima percentuale di palermitani alla guida – pari all’88 per cento – che se ne infischia, a scapito della sicurezza dei pedoni. E le conseguenze sono davanti agli occhi di tutti.

Ne sanno qualcosa i quindici pedoni investiti e rimasti feriti, nel giro di due settimane, tra la fine di settembre e ottobre dello scorso anno. Un numero record a cui si sono poi aggiunti altre sette persone rimaste uccise tra novembre e dicembre. Il risultato di comportamenti alla guida senza regole che provocarono anche la morte di Francesco Rizzuto, 58 anni. Fu travolto da uno scooter mentre attraversava la via Simone Guli, a pochi metri dall’incrocio con via dei Cantieri. Era un autista dell’Asp, quel giorno stava andando con la moglie in pellegrinaggio a Siracusa. La tragedia avvenne quando stava per caricare le valigie sul pullman: il ciclomotore gli piombò addosso.

Ma non finisce qui. Il 21 settembre 2014 Francesca Paola Di Nicolao, pensionata di 73 anni, fu falciata sulle strisce in corso Calatafimi. Anche in questo caso fu un motociclo a travolgerla. L’anziana era uscita poco prima da casa per gettare l’immondizia. Tre giorni dopo fu la volta di un’altra pensionata: Maria Rosa Scorza di 76 anni. Pure lei fu investita in corso Calatafimi, all’incrocio con via Paruta. A travolgerla sulle strisce fu un autobus dell’Amat. Stesso destino per Concetta Lo Nigro, 84 anni, presa in pieno da un autocarro in corso dei Mille.

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22 Maggio 2015, 06:00

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