04 Settembre 2017, 19:46
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CATANIA – Ha tenuto banco per mesi sulle pagine dei giornali locali e nazionali. E torna a farlo. La relazione della commissione regionale antimafia su alcuni consiglieri di Catania, quando a presiederla era Nello Musumeci, è tornata alla ribalta dopo l’ufficializzazione della candidatura dell’ex presidente della provincia a inquilino principale di Palazzo d’Orleans. Tra i candidati e sostenitori dell’esponente politico che è riuscito a ricompattare, non senza fatica, il centrodestra, c’è infatti anche Riccardo Pellegrino (GUARDA VIDEO), tra i consiglieri comunali segnalati in quella relazione che finì anche sul tavolo della Commissione antimafia nazionale, per via della posizione del fratello Gaetano, condannato per estorsione e ritenuto vicino al clan Mazzei (Il fratello del consigliere è coinvolto nell’inchiesta Ippocampo. L’ordinanza di custodia cautelare fu annullata dopo ricorso in cassazione.
Una vicenda che oggi non rappresenta nulla – l’indagine a carico di Pellegrino sulle “parentele sospette” è stata archiviata – se non motivo di imbarazzo politico. Non per l’esponente di Palazzo degli Elefanti, che ribadisce quanto già dichiarato. “Se fossi stato in Nello Musumeci, avrei operato nello stesso modo – afferma. Credo che questa storia – prosegue – sia stata il modo migliore per liberarmi dai sospetti e chiarire la mia posizione. Non c’è dubbio – sottolinea – che se la questione si fosse conclusa diversamente per me non mi sarei candidato”.
Candidatura che, però, non sembra poi così certa. Il consigliere smentisce categoricamente, ma pare che Forza Italia, partito dove Pellegrino milita da anni, nel corso di una riunione abbia deciso di non candidarlo. Forse per evitare, il partito sì, l’imbarazzo.
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04 Settembre 2017, 19:46