23 Gennaio 2016, 05:04
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CATANIA – Riccardo Pellegrino passa al contrattacco e si difende convocando i giornalisti nella sala Coppola a Palazzo degli Elefanti. Al suo fianco gli avvocati Giancarlo Taormina, Giuseppe Rapisarda e Tommaso Manduca. Il consigliere comunale, uno degli otto citati nella relazione della Commissione Regionale all’Ars, apre la conferenza respingendo tutte le accuse e dichiarando la sua “totale estraneità ai fatti”. E’ commosso il giovane catanese che tiene a precisare “la sua vocazione” alla politica e il suo impegno per il quartiere San Cristoforo “dove sono assenti le Istituzioni”. Un impegno per la città che ha dimostrato con il suo lavoro di politico e il suo ruolo di oppositore al Consiglio Comunale. I fatti sono il muro difensivo di Pellegrino: nessun atto politico o amministrativo (o delibera) del consiglieri ha favorito in qualche modo “associazioni mafiose”. L’avvocato Manduca poi, mostra alla stampa, il casellario giudiziario di Pellegrino e i suoi carichi pendenti. E’ lindo. Sta a significare che il consigliere non ha nessun procedimento aperto a suo carico e alcuna condanna definitiva.
E’ amareggiato Riccardo Pellegrino ma è intenzionato a portare avanti la sua battaglia per la verità, perchè è stato colpito un “cittadino onesto”. Da cattolico il consigliere comunale è pronto a perdonare anche il presidente della Commissione Antimafia all’Ars, Nello Musumeci, che ha sostenuto durante la campagna elettorale per la corsa “alle regionali”. Non sono mancati gli applausi durante l’intervento di Pellegrino, parenti e amici hanno riempito la sala Coppola. Presente anche il senatore di Forza Italia, Vincenzo Gibiino, che ha ricevuto il “grazie” da parte del consigliere comunale per la partecipazione.
La battaglia si tramuterà in un’azione legale: un esposto alla Procura di Messina per accertare ogni passaggio che ha portato alla pubblicazione dei nomi e della relazione della Commissione Antimafia all’Ars. Perchè quanto scritto nella relazione sulla vicenda processuale del fratello del consigliere non è completa. Gaetano Pellegrino è stato arrestato nell’ambito del blitz Ippocampo, ma dopo qualche mese è stato scarcerato per effetto dell’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale del Riesame (per mancanza di gravi indizi) che si è espresso dopo l’impugnazione della Cassazione per “la mancanza di un’adeguata motivazione” – spiega l’avvocato Giuseppe Rapisarda. Il legale parla di “vicenda incresciosa e assurda”. La conferenza deve servire al “portare nel binario della giustizia” la cronologia dei fatti. La notizia, infatti, così come riportata dalla Commissione Antimafia non “è aderente alla realtà indiziaria e agli sviluppi della situazione giudiziaria”. Gaetano Pellegrino sta affrontando un processo che si trova nella prima fase dibattimentale. “Ma comunque ci muoviamo sempre nell’ambito dell’ipotesi” – sottolinea Rapisarda. Resta da approfondire il tema della segretezza della relazione. Il presidente Musumeci – come si evince da alcuni articoli pubblicati dalla Stampa – avrebbe imposto il riserbo e avrebbe secretato i nomi dei consiglieri. Un punto che gli avvocati stanno analizzando e accertando.
Parla di “attacco ingiustificato” l’avvocato Giancarlo Taormina che va oltre gli aspetti “tecnico giuridici” della vicenda. “Una velenosa volontà di persecuzione politica” – è la conclusione offerta dall’ex deputato azzurro. La conclusione dell’avvocato parte dalla lettura della relazione della Commissione che analizzando la posizione di Riccardo Pellegrino da una parte evidenzia la correttezza del comportamento del consigliere che nel momento della candidatura non avrebbe avuto nulla da dichiarare visto che l’indagine che coinvolge il fratello è del 2014. Per Taormina vista questa premessa non si doveva continuare e invece “ci sono due pagine e mezzo dedicate” a Pellegrino. “Una contraddizione in termini” che dimostrerebbero in maniera oggettiva l’intento a “colpire”. E sulla incompletezza dell’informazione /relativamente all’omissione della scarcerazione del fratello) Taormina vuole deverci chiaro. Capire se la Commissione “sapeva e non ha detto oppure (ancora più grave) non ne era a conoscenza”. E su questa linea c’è da capire se non c’è stata “una comunciazione parziale da parte della Procura di Catania”. Ecco perchè Taormina consiglia di depositare un esposto alla Procura di Messina.
La prossima udienza del processo Ippocampo (in primo grado) in cui è imputato il fratello del consigliere si terrà lunedì. Alla sbarra anche Sebastiano Mazzei, meglio conosciuto come il capomafia Nuccio U Carcagnusu. Il fatto che Gaetano Pellegrino è stato rinviato a giudizio? “Un cliché” – secondo l’avvocato Taormina che ribadisce la mancata sussistenza degli indizi riscontrati dal Riesame dopo il rinvio della Cassazione.
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23 Gennaio 2016, 05:04