“Penalista ingiuriato” |Tribunale Minori, è astensione

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22 Luglio 2018, 11:51

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CATANIA. La presa di posizione è forte. Una di quelle che non vuole e, non deve, passare inosservata. La Camera Penale “Serafino Famà” di Catania ha annunciato “un’astensione collettiva dall’attività giudiziaria degli avvocati il 12 e il 13 settembre dinanzi al tribunale dei minorenni di Catania“. Una protesta decisa dopo “i gravi fatti accaduti all’avvocato e collega Luca Mirone”, si legge nel documento firmato dal presidente Turi Liotta.

“Nel corso dell’udienza camerale del 16 maggio 2018 un penalista catanese è stato pubblicamente ingiuriato dal Giudice per l’Udienza Preliminare per avere, in qualità di difensore d’ufficio, nell’esercizio del proprio mandato difensivo, esercitato il suo diritto di consultazione del fascicolo processuale il giorno precedente l’udienza allo scopo di verificare la sussistenza di una nullità della notificazione”, si legge ancora nella nota che la Camera Penale ha indirizzato a tutti i vertici della giustizia penale catanese, minorile e non solo, oltre ai consigli dell’ordine catanese e nazionale.

L’episodio sarebbe collegato ad alcune limitazioni che vi sarebbero al Tribunale dei Minorenni di Catania “di accesso e visione del fascicolo” da parte del difensore in prossimità della celebrazione dell’udienza. Questo al fine di acquisire la prova della regolarità della notifica. Ma “dalle interlocuzioni con la Presidenza del Tribunale dei Minorenni di Catania – scrive il presidente della Camera Penale – è emersa la scelta precisa di alcuni magistrati di subordinare la consultazione dei fascicoli processuali da parte dei difensori il giorno prima dell’udienza preliminare a specifica autorizzazione del magistrato assegnatario”. Una “regola” della limitazione che per la Camera penale rappresenta “una illegittima e inaccettabile compressione e violazione del diritto di difesa”. Oltre ” a una violazione di una norma processuale tutelata anche dalla Costituzione”. “Il diritto di difesa – scrivono i penalisti catanesi – è sacro e inviolabile e il suo esercizio non può essere subordinato al volere del magistrato”.

E riferendosi a quanto accaduto la Camera Penale denuncia che “l’episodio. già di per se grave, ha colpito e mortificato un difensore nominato d’ufficio, che in modo esemplare e nobile, stava esercitando il proprio mandato difensivo”.

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22 Luglio 2018, 11:51

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