Pensioni, aumenti da marzo: ecco per chi e le novità - Live Sicilia

Pensioni, aumenti da marzo: ecco per chi e le novità

Sono previste delle rimodulazioni rispetto ai mesi di gennaio e febbraio
ITALIA
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Aumenti in arrivo, per ciò che riguarda gli assegni Inps previsti per le pensioni di marzo 2022, portano ad un lieve incremento rispetto a quanto erogato negli scorsi mesi di gennaio e febbraio.

Tutto ciò per effetto di un nuovo allineamento del tasso di rivalutazione, che ritorna all’1,7% annuo lordo preventivato inizialmente dal ministero dell’economia e delle finanze ma che l’Istituto nazionale di previdenza sociale aveva ridotto per le prime due mensilità dell’anno all’1,6%, come già anticipato nell’ottobre del 2021.

A partire dal mese di marzo, dunque, le pensione dovrebbero vedere un lieve incremento. L’assegno spettante sarà calcolato sulla base di tre distinte fasce. È prevista una rivalutazione al 100% per gli assegni Inps di importo fino a 4 volte il trattamento minimo, 2.062 euro, al 90% per quelli compresi tra le 4 e le 5 volte il minimo, quindi tra 2.062 e 2.578 euro, ed al 75% per quelli che vanno oltre 5 volte il minimo, ovvero sopra i 2.578 euro. L’Inps stima un aumento di 25 euro per le pensioni da 1.500 euro al mese, 34 euro per quelle da 2mila euro, 42 per quelle da 2.500 euro, 48 per quelle da 3mila, 55 per quelle da 3.500 e 61 per quelle da 4mila.

La rivalutazione dell’1,7% annuo lordo, per quanto concerne le pensioni erogate dall’Inps, giunge finalmente dopo oltre un anno di stop, arrivato in seguito all’emergenza sanitaria e alle misure restrittive imposte dal governo. Una situazione che nel 2021 aveva portato l’inflazione a scendere sotto lo zero, rendendo di fatto nulla la rivalutazione stessa degli stessi assegni pensionistici.


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Commenti

    Questa sanatoria servirebbe soltanto a coprire quanto di illegale hanno fatto gli Enti e i Sindacati confederali a danno di 8.000 lavoratori e delle loro famiglie che ancora molti di essi si trovano disperati e senza lavoro perché l’età media è vicina ai 60 anni senza tenere conto dei tanti suicidi avvenuti a causa dei licenziamenti illeggittimi e delle sospensioni illegali volute dagli Enti con la complicità dei sindacati confederali il tutto per non applicare una legge regionale la 25/93 che garantiva i lavoratori.

    Ma in sei anni di Assessore una cosa importante per i siciliani non l’ha fatta. Adesso pensa di avere la ribalta nazionale. Ma il succo non cambia, Turano è un costo troppo caro per i siciliani.

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