Le pensioni fantasma dell'Inps | Stangata per un ex dirigente - Live Sicilia

Le pensioni fantasma dell’Inps | Stangata per un ex dirigente

L'ex dirigente dell'Inps Simone Caputo

Condanna definitiva della Corte dei conti. Simone Saputo, ex dirigente dell'Inps di Palermo, dovrà pagare quasi due milioni di euro per avere liquidato 39 pensioni a persone che non ne avevano diritto.

 

CORTE DEI CONTI
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PALERMO – Troppo vulnerabile il cervellone elettronico dell’Inps. Bastava un clic e venivano liquidate pensioni a chi non ne aveva ancora diritto. Tra il 2006 e il 2011 nei conti dell’Istituto di previdenza sociale si creò una voragine di un milione e 800 mila euro. Sono soldi che dovrà pagare Simone Saputo, 62 anni, ex dirigente infedele. Nel 2011 fu smascherato, arrestato e licenziato in tronco con le accuse di truffa aggravata, frode informatica e falso in atti pubblici.

Per lui è arrivata la condanna emessa dalla sezione d’appello della Corte dei Conti, e dunque definitiva, a risarcire il danno erariale. L’indagine della Procura contabile partì dall’esposto dei vertici dell’Inps che avevano raccolto lo stupore di una donna. Un’impiegata dell’Inpdap che aveva ricevuto un certificato di pensione pur essendo ancora regolarmente in servizio. La denuncia avviò una serie di accertamenti e controlli che fecero venire a galla l’esistenza di trentanove pensioni fantasma tutte erogate dal computer dell’imputato identificato con un numero di matricola.

Saputo aveva fatto ricorso in appello contro la sentenza di primo grado, sostenendo che qualcuno gli avesse rubato l’identità informatica per liquidare le pensioni incriminate.

“Il lungo lasso di tempo durante il quale la condotta illecita si è sviluppata, dal 2006 al 2011 – si legge nella motivazione del collegio presieduto da Salvatore Cilia, giudice relatore Pino Zingale – denota la totale scriteriatezza del comportamento dei Saputo, il quale – proseguono i giudici – laddove dovesse anche potersi provare (ma non ci sono elementi in atti deponenti in tal senso) che gli accessi non siano stati da lui compiuti, non potrebbe comunque sfuggire ad una imputazione di dolo contrattuale per avere deliberatamente omesso ogni forma di vigilanza e controllo sull’utilizzo del suo codice di accesso”.

Da qui la conferma della sentenza di condanna a pagare un milione e 700 mila euro. L’iInps, infatti, negli anni è riuscita già a recuperare cento mila euro. A Saputo sono già statai sequestrati parte del Tfr, della pensione maturata e un immobile a Cinisi.

 


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