25 Febbraio 2017, 05:47
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PALERMO – Un’agenzia di buttafuori targata Cosa nostra. Per anni la sicurezza in alcune discoteche della città sarebbe stata garantita da un pezzo grosso della mafia palermitana. A raccontare il retroscena, che merita un approfondimento investigativo, è il neo pentito di San Lorenzo, Giovanni Vitale.
È stato lui pochi giorni fa, rispondendo al pm Annamaria Picozzi, a raccontare che “di altri mandamenti ho conosciuto Alessandro D’Ambrogio”. Aveva accompagnato “Giuseppe” (Giuseppe Fricano, il reggente del mandamento di Resuttana da cui Vitale prendeva ordini, ndr) ad “un appuntamento a Ballarò”. Ballarò era il regno di D’Ambrogio, allora capomafia del mandamento di Porta Nuova.
C’erano solo loro due? “Sì”. Di cosa parlarono? “L’ho accompagnato, ma si trattava più che altro… per i ragazzi… per i buttafuori. Per la gestione dei buttafuori, che avevano un’agenzia”. Chi aveva l’agenzia? “Alessandro D’Ambrogio e…”. Il secondo nome non viene citato. Sarà oggetto di un nuovo approfondimento oppure è già stato affrontato in uno dei verbali già resi davanti ai pm Del Bene, De Flammineis, Luise, Picozzi e Tartaglia che a turno raccolgono le confessioni di Vitale.
I buttafuori di tutte le discoteche di Palermo o solo quelle di alcuni locali? “Non lo so questo, penso di alcuni locali”. Si sono messi d’accordo su qualcosa? “Sì, andavano d’accordo”.
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25 Febbraio 2017, 05:47