05 Settembre 2016, 15:24
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PALERMO – Mica se ne stanno acquattati. L’unica precauzione che prendono è quella di chiudere la porta del pub dove organizzano la bicchierata. È anche la mafia delle bicchierate, infatti, quella che viene fuori dai verbali di Giuseppe Tantillo, mafioso di Borgo Vecchio che ha deciso di pentirsi. Tra le cose che riferisce a carabinieri e magistrati c’è l’abitudine di boss e picciotti di organizzare incontri conviviali. Si scambiano gli auguri di Pasqua, Natale e Capadanno, parlano di pizzo e fanno le presentazioni dei nuovi adepti a disposizione del clan di Porta Nuova che abbraccia gran parte dei rioni del centro città. Borgo Vecchio, incluso.
“Ci vedevamo per il periodo di festa, ci facevamo gli auguri insieme a Calcagno (si tratta di Paolo Calcagno, in carcere da qualche mese con l’accusa di avere preso il comando a Porta Nuova, ndr) – racconta Tantillo -. Una bicchierata quella che organizzavano sempre loro, in quella occasione l’abbiamo fatta nel locale dove c’è via dei Cassari”.
E chi c’era?, chiedono i pm Mazzocco e Malagoli. La risposta di Tantillo è un lungo elenco di nomi: “Allora Calcagno Paolo, Ludovico Scurato, Salvo Mulè, Salvatore David e Rocco Marsalone, io e mio fratello Tantillo Domenico, Giuseppe Di Cara e Giuseppe Ruggeri. Il locale era chiuso”. Dopo gli auguri, “a volte si poteva parlare anche di qualche estorsione che poteva capitare, quella mi interesso io quella mi interesso io…”.
La bicchierata per gli auguri era ormai una consuetudine: “… quando ci furono altri come D’Ambrogio (Alessandro D’Amborgio, indicato come reggente del mandamento, ndr) come Di Giacomo (Giuseppe Di Giacomo, assassinato nel 2014 quando aveva acquisiti un ruolo di primo piano, ndr) capitava pure che la facevamo”.
Le bicchierate avrebbero rappresentato anche l’occasione giusta per presentare i volti nuovi: “Di Alfredo Geraci so che che era una persona vicina a Alessandro D’Ambrogio in quanto girava per estorsioni per Ballarò lo so perché anche lui partecipava alcune volte quando ci siamo visti con Alessandro D’Ambrogio e con Nino Ciresi in anche in evenienza di bicchierata ma anche per parlare di qualche estorsione”. Ed ancora, nel caso di Francesco Paolo Lo Iacono: ” … lo conosco perché… l’ho visto anche nelle riunioni nostre che diciamo fare le bicchierate nell’ultima bicchierata che ho visto che l’ho incontrato prima di Natale cioè prima della Madonna l’ho visto insieme anche lì dentro nel quando c’era Salvo Mulé in cui ci è stato presentato come persona che vicino a Salvo Mulè (secondo gli investigatori, era l’uomo forte a Ballarò, ndr)”.
Quella dell’8 dicembre 2015 fu l’ultima bicchierata a cui parteciparono Tantillo e tutte le altre persone da lui citate nei verbali. Qualche giorno dopo scattò, infatti, il blitz dei carabinieri del Comando provinciale. Anche allora “praticamente essendo che siamo assai ognuno arriva, entra e chiude la porta per non fare vedere alla polizia che inseguiva”. Tra i partecipanti alle riunioni ci sono anche personaggi finora non coinvolti in inchieste giudiziarie. Ai carabinieri spetta il compito di accertare se la loro presenza fosse o meno un fatto casuale.
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05 Settembre 2016, 15:24