29 Luglio 2009, 12:45
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Rino Martinez è tornato nel mondo dei vivi. Non se ne era mai andato, in verità. Ma noi che gli vogliamo bene – noi che ci sentiamo intimamente solidali con la sua anima girovaga, poetica e generosa – avevamo tremato leggendo la mail che annunciava la sua grave malattia e il temporaneo allontanamento di un cantautore che, col tempo, è diventato uno splendido palermitano. Cancro, questo diceva la diagnosi del bravo medico dell’ospedale di Partinico. Quella parola tremenda è stata una nuvola nel cielo di Rino. L’operazione, la degenza, la chemio che ti distrugge e ti salva. E ancora la paura per il male in agguato.Oggi Rino è tornato. E’ tornato come può tornare uno che non è mai andato via.
Rino, come stai?
“Sto bene. Mi sento bene pure quando la terapia mi butta giù. Il fisico soffre, ma io dentro mi sento bene”.
Chi ti ha dato la forza?
“Tutti quelli che hanno pregato per me e mi sono stati vicini con l’affetto. Sono stati tantissimi: amici, persone umili, padre Lombardi, il portavoce del Papa, don Ciotti. Una catena immensa”.
Che farai?
“Lotterò con maggiore consapevolezza, per amore. Noi siamo il Sud. Esiste un Sud del mondo. Ovunque, il Sud è un luogo che ha bisogno di sostegno e di speranza. Non c’è più tempo”.
Non c’è più tempo?
“No, non c’è più tempo per la sete, per la fame, per l’Africa, per le persone che muoiono e che restano lontane. Ma io in Africa ci sono stato davvero, quel dolore mi spacca la pelle e il cuore”.
Quando?
“L’ultima volta ci sono stato per due mesi, poco prima di stare male, alla guida di una spedizione umanitaria. Abbiamo raccolto poco, rispetto agli standard: quarantacinquemila euro. Eppure siamo riusciti a vaccinare ventitremila persone”.
Dove?
“In Congo, nella foresta, tra Bantù e Pigmei. Lì non arriva nessuno, nemmeno le grandi centrali della solidarietà. Quelli che dicono: facciamo. E poi non fanno”.
Cioè?
“Ho visto parecchia speculazione e sfruttamento, dietro il paravento di una causa nobile”.
Troppi soldi?
“Qualcuno, certamente non io, si è arricchito”.
Sei tornato. E adesso?
“Adesso racconterò quello che abbiamo incontrato sul cammino. Mi hanno già ricevuto alla Camera dei deputati. Ho parlato a lungo con padre Lombardi. Purtroppo, non sono riuscito ad avere un appuntamento col presidente Lombardo. Eppure, in Africa mi ero portato dietro la bandiera siciliana”.
Niente? Nemmeno un abboccamento?
“Lo staff mi ha riferito che il presidente è molto impegnato. Li ho pregati di fissare una data, magari tra un anno. Non è stato possibile”.
E le tue canzoni?
“L’ultima l’ho scritta laggiù. Ascolta…”.
E Rino imbraccia la chitarra. La sua voce cristallina fende una mattina palermitana di caldo africano. La canzone parla di un bambino pigmeo che vorrebbe essere guardato negli occhi. E’ una canzone d’amore.
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29 Luglio 2009, 12:45