“Per Grillo e Berlusconi |è scomodo parlare di mafia”

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17 Maggio 2014, 17:04

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PALERMO – “E’ scomodo parlare di mafia per chi pensa di fare il pieno di voti qui e persegue questo obiettivo con ambiguità. I due populisti che si contendono il copyright sulla marcia su Roma, Grillo e Berlusconi, per ragioni convergenti non parlano di mafia”. Lo ha detto il leader di Sel Nichi Vendola in conferenza stampa a Palermo per le europee. “Grillo – ha aggiunto – perché tutto si può per il consenso; e Berlusconi perché l’ultima sentenza, che riguarda Marcello dell’Utri, pone una domanda globale su Forza Italia, dalla nascita ai giorni nostri, visto che siamo molto oltre il tema della collusione”.

“Credo ci sia confusione sotto il cielo di Sicilia. E’ una confusione che aggrava la posizione del Pd, un partito che non ha mai fatto i conti sul perché abbia sostenuto il governo di Raffaele Lombardo”, ha detto Vendola in merito alla situazione politica siciliana. “Il caso Messina è utile per aprire una riflessione dentro il Pd. Le vicende di Genovese le ho poste anni fa a chi scelse Genovese come propria bandiera. Non c’è una scoperta di propensioni sbagliate, il Pd ha fatto il gioco delle tre scimmiette, in Sicilia. Meno male che a Messina c’è il sindaco Accorinti”.

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A Vendola ribatte Forza Italia: “Silvio Berlusconi e i suoi governi si sono battuti con determinazione contro la mafia e i suoi biechi interessi ottenendo risultati senza precedenti: molti miliardi di euro sottratti al crimine, beni sequestrati e confiscati ai clan, un’intensa ed efficace azione legislativa e politica per combattere tutte le mafie. Fatti e non parole, che l’allora procuratore antimafia, ed oggi presidente del Senato Pietro Grasso, elogiò nel corso di una trasmissione radiofonica”. Lo afferma in una nota il senatore Vincenzo Gibiino, membro del Comitato di Presidenza di Forza Italia. “Nichi Vendola – prosegue – la smetta di infangare la verità, l’operato di un governo serio, di un presidente del Consiglio che, unico nella storia del Paese, ha mantenuto fede alla parola data agli elettori. L’ex governatore della Puglia, uomo di ben poca serietà e coerenza, che andò a pranzo con il giudice che lo scagionò dall’accusa di abuso d’ufficio, taccia su fatti che ha abilmente e opportunamente dimenticato”, conclude.

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17 Maggio 2014, 17:04

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