04 Dicembre 2016, 16:38
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PALERMO – Il tempo dell’attesa sta per scadere. Dopo il 4 dicembre i centristi che fin qui sono rimasti all’ombra del Pd a Roma dovranno operare una scelta definitiva. Che dovrebbe portare la piccola area politica guidata da Angelino Alfano e dal redivivo Pierferdinando Casini, che in Sicilia ha in Gianpiero D’Alia da sempre il suo alter ego, a un’alleanza stabile con Matteo Renzi. Ma il “centrino” popolare, che mette insieme i ribelli ex Udc e il Nuovo centrodestra degli ex berlusconiani deve sciogliere ancora più di un nodo. A partire dal progetto sempre annunciato e fin qui mai nato di Area popolare, il soggetto politico che dovrebbe mettere insieme i moderati alleati del premier. Quel soggetto politico che dopo tanti annunci ancora resta solo un’idea. E che potrebbe restare tale
Angelino Alfano e il suo Nuovo centrodestra, che ormai da un pezzo col centrodestra non ha più a che vedere, dovrà passare il guado se i tempi per il voto si accorceranno. Il vento di elezioni anticipate soffia forte a Roma e non si potrà più cincischiare a lungo. Casini e D’Alia, che hanno di fresco rotto con Cesa lasciando l’Udc insieme a quasi tutta la deputazione dell’Ars, si muovono già spinti in quella direzione. “Per esser chiari: alle prossime elezioni politiche, sia che vinca il Sì sia che vinca il No, presenterò una lista d’appoggio a Renzi”, ha detto Casini pochi giorni fa.
Lo schema a cui Renzi penserebbe è quello di un tridente, con il Pd in mezzo, una lista alla sua sinistra – a cui lavorerebbero Giuliano Pisapia e il sindaco di Cagliari Zedda – e una alla sua destra. Sarà quella di “Area popolare”? Non è detto, visto che fin qui tra Ncd e casiniani il matrimonio non si è ancora celebrato. Gli ex Udc tra l’altro non guardano con troppo entusiasmo i contati tra alfaniani e verdiniani, anch’essi in cerca di collocazione. Verdiniani che in Sicilia hanno il volto di Saverio Romano, vecchio nemico politico di Gianpiero D’Alia.
A sentire gli alfaniani siciliani, però, il dado sembra ormai tratto. “Sicuramente all’indomani del referendum si costituirà il soggetto di Area popolare, questo è assodato”, dice il coordinatore regionale di Ncd Giuseppe Castiglione. “Lo lanceremo e non sarà una somma di sigle – spiega -. L’esperienza che stiamo portando avanti in questo referendum deve essere il modello: rivolgersi alle associazioni di categoria, al mondo del volontariato, alle professioni. Di certo a questo centrodestra a trazione Meloni-Salvini non siamo interessati. E non vogliamo iscriverci al partito democratico”.
Tra il dire e il fare c’è di mezzo la legge elettorale nazionale. Senza delle modifiche nette, i centristi non avrebbero chance di sopravvivenza. E poi bisognerà capire come si organizzerà la convivenza con i centristi ex Udc. “Dopo il referendum inevitabilmente si imporrà il tema della riorganizzazione dell’area moderata. È chiaro che il comitato referendario dei Centristi per il sì ci ha dato modo di vivere l’esperienza referendaria da protagonisti e da protagonisti vogliamo vivere anche questa fase”, mette le mani avanti Adriano Frinchi, segretario dell’Udc siciliana prima della scissione con Roma.
Nel frattempo, però, il plotoncino centrista ha perso pezzi. Prima da Ncd se n’è andato Renato Schifani, tornato a Forza Italia. Poi è toccato ad Alessandro Pagano, entrato nella Lega. Mentre dalle parti dell’Udc, dopo lo strappo dal partito nazionale, è rimasto fuori il deputato regionale Totò Lentini. Insomma, gente che va e gente che viene, uno scenario più da centro commerciale che da Grande centro.
Definiti gli assetti romani, si penserà alla Sicilia. Qui casiniani e alfaniani stanno già insieme nel governo di Rosario Crocetta. E sono pronti a riproporre l’alleanza col Pd al prossimo turno. Castiglione parla apertamente dalla “ipotesi che veda un popolare alla guida della presidenza”. Nomi? Ancora è troppo presto. Tra i papabili certamente Gianpiero D’Alia e l’europarlamentare Giovanni La Via. Il tempo per scoprire le carte potrebbe essere meno del previsto. “Se ci dovessero essere elezioni politiche anticipate si faranno anche le regionali, è chiaro”, dice Castiglione. E forse è il primo a dirlo finalmente ad alta voce.
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04 Dicembre 2016, 16:38