Cronaca

“Per Livatino riapriamo il Massimo: suoneremo senza pubblico”

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09 Maggio 2021, 05:02

3 min di lettura

CATANIA – I saloni dei teatri italiani rimangono, purtroppo, ancora chiusi al pubblico. Le poltrone di velluto color porpora vuote, ma la voglia e la necessità di ripartire non fermano il “Massimo Bellini” di Catania, protagonista di una prima assoluta mondiale. “Il giudice Livatino. Sub tutela Dei”, un dramma lirico in un atto dedicato al primo magistrato nella storia della chiesa cattolica ad essere dichiarato beato. Musicato dal compositore catanese Matteo Musumeci, su libretto dello scrittore Vincenzo Vitale, verrà eseguito oggi in forma oratoriale e in assenza di pubblico e trasmesso, successivamente, in differita su Sky e Tvsat2000.

Maestro Musumeci, dove ha trovato l’ispirazione per la composizione di un’opera lirica dedicata a un uomo così grande come il giudice Livatino?

“È venuta in maniera spontanea, complice sicuramente il libretto magistralmente costruito dallo scrittore Vincenzo Vitale e la mia gavetta nel teatro di prosa. Professionalmente, infatti, dico sempre di avere avuto tre maestri: Bach, Shostakovich e mio padre che mi ha insegnato tanto all’inizio della mia carrieradi compositore di musica teatrale. La composizione dell’opera è avvenuta in due mesi e mezzo circa se consideri che, ufficialmente, la partitura è stata chiusa il 15 aprile. L’obiettivo è stato quello di esaltare il pensiero filosofico e teologico del giovane Livatino intrecciando momenti prettamente minimalisti con slanci più lirici in cui la vera protagonista è la parola grazie a fasi di forte teatralità”.

Nonostante l’assenza di pubblico, questa prima mondiale può rappresentare, in un certo senso, una ripartenza per l’arte dopo il fermo dettato dall’emergenza Covid?

“Purtroppo la strada da percorrere sembra essere lunga, non abbiamo ancora alcuna data certa per una riapertura vera e propria dei teatri e di tutto ciò che rappresenta la cultura. I governi non dovrebbero mai dimenticare due formule magiche che nei secoli sono riuscite a contribuire notevolmente al progresso sociale di un paese. Mi riferisco alla sanità e alla cultura. Quest’ultima in particolare ingloba scuola, concerti, musica, musei, ecc. Questi due settori, nelle varie epoche, hanno sempre camminato di pari passo fino a quando, all’inizio della rivoluzione industriale, abbiamo, pian piano, assistito ad una brutale mercificazione dell’arte. Purtroppo ci stiamo indirizzando verso un nuovo medioevo in cui a farla da padrone è la tecnologia. Attenzione: io sono un amante dei benefici che la modernità informatica ci offre ma l’abuso teconologico, quando diventa un’abitudine, non porta a nulla di buono”.

Abituato a solcare le più prestigiose realtà artistiche italiane e non solo, come ha vissuto questi mesi pandemici?

“Devo dire che ne ho approfittato per ultimare tutto quel lavoro arretrato accumulato negli anni e mai completato per mancanza di tempo. Inoltre, sono una persona parecchio casalinga, quindi, mi sono piacevolmente dedicato alla lettura, alla visione di serie tv e pure al giardinaggio. Ti confesso pure che le giornate infinite passate tra le quattro mura domestiche mi hanno portato a manifestare una strana e preoccupante propensione per l’ordine e la pulizia in casa. Scherzi a parte, adesso ho proprio voglia di ritornare alla mia vita fatta di rapporti umani e del contatto con il pubblico”.

A proposito, possiamo già parlare di progetti imminenti?

“Sempre per il teatro Massimo Bellini e in collaborazione con l’università degli Studi di Catania sto lavorando insieme ad altri compositori ad overture dedicate ai racconti di autori siciliani, nel mio caso Verga. Inoltre, per quanto riguarda “Il giudice Livatino. Sub tutela Dei”, è intenzione del sovrintendente Giovanni Cultrera e del direttore artistico Fabrizio Maria Carminati allestire appena possibile l’opera completa portandola in scena”.

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09 Maggio 2021, 05:02

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