29 Giugno 2010, 09:46
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Rita Laura, oggi, ci è particolarmente cara, a prescindere dal fatto che possa sentirci o no. Oggi è il giorno di Dell’Utri, l’anima curiosa dei giornalisti è attratta inesorabilmente dal magnete della sentenza di Palermo. Ma nelle pieghe non dimentichiamo Rita Laura, accecata e uccisa dal phon, mentre stava asciugandosi i capelli. Il dopo sarebbe stato una lieta cena di fine anno con i professori della terza media. Laura è un’eco incessante nell’orecchio del cronista, mentre tutto il mondo si appresta a celebrare la Dellutreide con commenti in già parte scritti per qualunque occasione.
Sembra l’unica cosa vera, in un universo di notizie che non ci sorprendono più. Forse sono storie come questa che indicano la direzione del vento, la rotta delle stelle. E dunque, Rita Laura, nel suo bagno, col phon. La immaginiamo felice, piena di quella luce impetuosa che solo l’adolescenza offre, per poi disperderla in piccole luminosità nelle altre stagioni della vita. La immaginiamo col cuore già mangiato dalla voglia di futuro, ma senza fretta. Prima un’estate di bagni e di amori tenerelli, tra gli scogli della riviera Catanese o altrove. E, al culmine, il botto del phon, il lampo. Chissà se c’è stato il tempo di accorgersi del salto. Chissà se c’è stato il modo di guardare l’abisso, la fessura che si spalancava sotto i piedi tra una vita di zaini e peluche, che già c’era, e la vita che non ci sarebbe stata più, almeno, non nella forma consueta della carne e degli abbracci. L’unica certezza è il corpo dei genitori spaccato a metà e distrutto. Il corpo, prima dello spirito.
E che può fare un cronista, acquattato sullla tastiera, col dito sul grilletto in attesa di battere la sentenza Dell’Utri? Può usare un minimo di respiro per dire che non dimenticheremo Rita Laura con la sua minuscola e tragica vicenda. La metteremo in fila, con gli altri bambini che, a trent’anni dalla morte, sono sempre bambini nella foto ricordo. E ogni volta che guardi quelle foto, la percezione si divide. Da un lato senti che qualcosa è stato perduto per sempre. Dall’altro senti che qualcosa è volato via, che è stato salvato per sempre.
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29 Giugno 2010, 09:46