06 Settembre 2020, 09:54
2 min di lettura
Il Festival di Sanremo il prossimo anno “dovrà essere nella totale normalità. O ci sarà il pubblico o nulla. Non c’è un piano B”. Parola di Amadeus, conduttore e direttore artistico della kermesse canora. “Voglio essere positivo, non nel senso del virus – scherza l’ospite d’onore della seconda giornata del Festival della Tv e dei Nuovi media di Dogliani -. L’edizione 2021 sarà la numero 70 più 1, il primo Sanremo della rinascita post Covid – osserva -. È impensabile l’Ariston vuoto, o con il pubblico distanziato. Sarebbe un problema con l’orchestra, con la scenografia. E poi chi lo dice a Fiorello che non può sputarmi l’acqua sul collo?”, spiega rispondendo alle domande di Aldo Cazzullo, firma del Corriere della Sera.
“Uso sempre la mascherina e appena ci sarà il vaccino lo farò – assicura Amadeus –. Serve per tornare la normalità”. Già fissate le date del Festival, in agenda dal 2 al 6 marzo, un mese più tardi rispetto al periodo consueto, oggi la priorità è la musica: dal primo settembre arrivano i brani e il 17 dicembre verrà ufficializzato, in prima serata su Rai1, tutto il cast musicale in gara, i venti big e gli otto giovani. Già da ottobre ci saranno le serate di Amasanremo con le esibizioni dei giovani. Al Teatro Ariston ne arriveranno sei selezionati durante la trasmissione, più due da Area Sanremo. “L’anno scorso ho ascoltato 845 brani di giovani, quasi 300 di big che quest’anno saranno 500”, dice il conduttore, che ricorda il consiglio di Pippo Baudo – “devi conoscere tutte le canzoni a memoria, le devi fare tue”. E lui fa proprio così: le ascolta centinaia di volte, ovunque. La scelta è importante, perché “una canzone di Sanremo deve restare il più possibile sulle radio e sul web come quest’anno è accaduto con quelle di Diodato, Gabbani, I Pinguini Tattici e Lamborghini”.
Amadeus, che dal 13 settembre tornerà su Rai1 con I soliti ignoti, racconta la sua gavetta tra radio locali e Radio Deejay con Claudio Cecchetto. Poi l’arrivo in tv dopo un appostamento di sei ore per aspettare Vittorio Salvetti, patron del Festivalbar all’Arena di Verona. Parla del momento buio del 2006 a Mediaset, quando il telefono non suonava più, e non lesina le battute sulla passione per l’Inter, di cui il conduttore è tifoso da una vita. Il bis a Sanremo lo inorgoglisce: “Sanremo è la Nazionale, è come giocare la finale dei Mondiali, ne puoi uscire molto bene o molto male. È importante fare anche il direttore artistico, perché devi assumerti tutte le responsabilità di quello che accade”. E poi c’è il rapporto con Fiorello: “Ci conosciamo da più di trent’anni, c’è una grande fiducia reciproca, nella scorsa edizione del Festival siamo andati in onda senza sapere nulla l’uno dell’altro”.
Pubblicato il
06 Settembre 2020, 09:54