27 Gennaio 2014, 16:43
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PALAZZO ADRIANO (PALERMO) – Li avrebbe percossi, umiliati, vessati. Ogni monelleria poteva costare davvero cara ai suoi alunni. E’ stata sospesa dall’insegnamento una maestra della scuola elementare di Palazzo Adriano, nel Palermitano, che dopo una lunga attività d’indagine da parte dei poliziotti del commissariato di Corleone è risultata essere responsabile di maltrattamenti nei confronti dei bambini che frequentavano le sue classi, all’interno del plesso dell’Istituto comprensivo “Francesco Crispi” che si trova in via Caduti per la Civiltà.
Il provvedimento è stato disposto dall’ufficio del Gip del Tribunale di Termini Imerese. I maltrattamenti si sarebbero concretizzati in atteggiamenti di vessazione, materiale e morale, venuti a galla grazie alla denuncia presentata dalla madre di un alunno. Ne è conseguita una articolata indagine mirata a riscontrare quanto emerso in denuncia e, in un paese di appena duemila anime, quello che succedeva a scuola si sarebbe saputo presto tra i genitori.
Sono stati proprio i racconti delle mamme e dei papà dei bimbi a fornire un valido contributo alle indagini della polizia. Nessuna omertà, ma soltanto la voglia di vederci chiaro. Il materiale raccolto dagli investigatori ha così aperto uno squarcio su uno scenario di malversazioni in cui maltrattamenti ed umiliazioni nei confronti dei piccoli erano costantemente scambiati per rigore e severità. Le indagini hanno chiaramente voluto garantire i minori interessati le cui audizioni sono avvenute in luoghi ovattati ed alla presenza di figure professionali, quali consulenti psicologi, che potessero smorzare il trauma dell’evento. I riscontri dei poliziotti, cui un importante contributo è stato fornito anche da personale dello stesso istituto scolastico, hanno verificato come la mancata trascrizione di avvisi sul diario o banali monellerie potesse costar caro ai piccoli dell’istituto elementare. Gli alunni venivano percossi, sottoposti a castighi ingiustificati e sproporzionati, spesso collocati in castigo in uno stanzino della scuola o sul balcone con l’anta chiusa dall’interno con pericolo per la loro stessa incolumità.
L’alunno “indisciplinato” era costretto a stare con le gambe piegate, in ginocchio ed a braccia protese in avanti, obbligato a recarsi in altra classe per rimanervi con la faccia al muro o rivolta verso la lavagna mentre i compagni sarebbero stati incitati a prenderlo in giro. In una circostanza è emerso come l’insegnante abbia percosso un alunno con un violento schiaffo lasciando sul viso il segno dell’anello ed abbia poi consigliato di alleviare il dolore con un panno bagnato.
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27 Gennaio 2014, 16:43