29 Gennaio 2013, 12:54
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PALERMO – L’economia siciliana sembra sciogliersi come la neve al sole della celebre canzone. “La disoccupazione in Sicilia sta toccando delle cifre insostenibili: 1 milione e 400 mila persone occupate a fronte di quasi cinque milioni di abitanti.
Il dato è sconfortante”, ha spiegato stamattina Pietro Busetta, presidente della Fondazione Curella, in occasione della presentazione del 38° Report Sicilia, elaboratota da Fondazione Curella e Diste.“Il numero dei giovani occupati – ha aggiunto Busetta – diminuisce sempre più, allontanando inesorabilmente la speranza di molti ragazzi siciliani di trovare un lavoro nella loro terra”. I posti di lavoro persi, infatti, sono circa 30 mila solo nell’ultimo anno e vanno, inevitabilmente ad ingrossare le fila dei disoccupati, che nell’Isola hanno raggiunto il 18,4 per cento.
“Il divario tra la Sicilia e il resto del paese – ha detto Alessandro La Monica, presidente del Diste – è davvero grande. Nonostante l’Italia continui la sua performance negativa, la Sicilia riesce ad andare peggio registrando il record minimo di occupati negli ultimi nove anni”. Erano, infatti, un milione e mezzo i posti di lavoro in Sicilia nel 2006 e, in sei anni, ne sono scomparsi circa 100 mila. E per il prossimo anno le aspettative occupazionali non sono migliori. La previsione, infatti, è di un’ulteriore riduzione dello 0,5 per cento e il conseguente aumento al 20,7 per cento dei disoccupati.
Una disoccupazione crescente in grado di influire negativamente sui consumi delle famiglie e sugli investimenti. La domanda di consumo delle famiglie siciliane, infatti, è crollata di 4,1 punti percentuali, riducendosi così dell’8,7 per cento rispetto al 2007. Ma sono gli investimenti in mezzi di produzione a subire le flessioni più incisive: “La recessione ha colpito tutti i settori produttivi dell’isola – ha precisato La Monica -; il comparto edile, in particolare, ha perso l’8,9 per cento di valore aggiunto, mentre l’industria in senso stretto il 6,9”.
Sul fronte degli investimenti, infine, per il prossimo anno non sembrano esserci buone notizie: “Prevediamo – detto La monica – un calo del 5,4 per cento nelle costruzioni e un’ulteriore riduzione dei consumi delle famiglie dell’1,5 per cento. Mentre per l’industria in senso stretto, il calo del valore aggiunto potrebbe essere del 3,2 per cento”.
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29 Gennaio 2013, 12:54