09 Febbraio 2016, 18:40
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CATANIA – I problemi della pesca nei paesi del Mediterraneo al centro della due giorni sullo status degli stock ittici e sull’approccio della Politica Comune che si è aperta Catania. L’evento, organizzato dalla Commissione Europea, dal MEDAC (Mediterranean Advisory Council) e dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, vede riuniti ministri, scienziati e ambientalisti. Presente anche il Commissario europeo per l’Ambiente, gli Affari marittimi e la Pesca, Karmenu Vella, per la prima volta in Italia in visita istituzionale. A rappresentare l’Italia, e a fare gli onori di casa, il sottosegretario alle Politiche Agricole, con delega alla Pesca, Giuseppe Castiglione: “E’ un grande privilegio per noi ospitare questo seminario di alto livello; metteremo insieme studiosi, ricercatori e stakeholder della pesca non solo per affrontare l’emergenza Mediterraneo e stock ittici, ma soprattutto per programmare, pianificare e poter attuare la nuova Politica Comune della Pesca basata sulla sostenibilità ambientale, e nei nostri territori, anche economica e sociale. Pensare che i pescatori siano inconsapevoli della necessità di conservazione e di migliore gestione del mare è senza dubbio ingeneroso: i nostri pescatori sono i veri tutori del mare! Puntiamo piuttosto a contrastare la pesca illegale.
C’è da affrontare questa nuova stagione con piani di gestione pluriennale che non guardino solo alle nostre acque, ma affrontino i temi del Canale di Sicilia e dell’Adriatico con il metodo della condivisione tra tutti i paesi, affinché la pesca diventi un fattore di sviluppo reale. Bisogna cogliere le opportunità offerte dal FEAMP, fondo europeo per la politica marittima e della pesca per il periodo 2014 – 2020. Stanziato un miliardo di euro per investimenti, ricerca e innovazione”. Per il Commissario Vella “la due giorni mira principalmente a conoscere i problemi del settore e a cercane le soluzioni. Noi – ha sottolineato nel suo intervento – non sappiamo ancora abbastanza sugli stock ittici del Mediterraneo, la metà dei pesci non è neanche registrata, ma questo non deve impedirci di fare qualcosa. I pescatori europei dipendono da questi stock che sono condivisi con i paesi extraeuropei vicini con cui intendiamo dialogare”. “Di fronte alla gravità dei dati sullo stato degli stock – ha affermato invece Giampaolo Buonfiglio, Presidente del MEDAC – servono nuove formule, nuove ricette e nuovi modelli di gestione comuni, evitando misure unilaterali di emergenza drastiche che potrebbero aggravare la situazione del settore. Da una parte – ha aggiunto – dobbiamo pensare alla ricostituzione degli stock e al recupero delle caratteristiche migliori del bacino, dall’altra a far sopravvivere un settore economico e sociale che nel Mediterraneo ha un ampia valenza”.
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09 Febbraio 2016, 18:40