Petrolchimico, proroga per Esso | La decisione della Procura

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04 Agosto 2017, 20:47

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SIRACUSA – La Esso ottiene di essere rimandata a settembre. Il colosso della raffinazione petrolifera avrà ancora tempo per decidere se aderire o meno alle prescrizioni contenute nel provvedimento di sequestro firmato dal gip del tribunale di Siracusa lo scorso 21 luglio. Pena i sigilli alla raffineria del petrolchimico di Augusta.

La Procura di Siracusa ha accettato la richiesta di proroga dopo che in un primo momento aveva fissato i termini di accettazioni in quindici giorni. La società ha avanzato la richiesta per poter procedere a “una più attenta valutazione delle prescrizioni della Procura e della complessa documentazione relativa al procedimento in corso”. Tra le questioni che la società ha richiesto di poter approfondire, il fatto che c’è un iter istruttorio per il riesame delle Aia (Autorizzazioni integrate ambientali) della raffineria di Augusta ancora in corso e, di conseguenza, anche le prescrizioni associate non sono state ancora formalizzate. “Anche per questo motivo – fa sapere l’azienda – alcune delle prescrizioni indicate dalla Procura necessitano di una più attenta analisi da parte della società sia sotto il profilo tecnico che di fattibilità esecutiva nei tempi previsti dalla Procura”. Nel provvedimento del tribunale, tra l’altro, è richiesto un cronoprogramma più celere di quello contenuto in sede Aia.

La Procura di Siracusa ha fissato il nuovo termine di risposta: 15 settembre per le prescrizioni che riguardano le emissioni diffuse e 30 settembre per le restanti prescrizioni. Si tratta di una decisione puramente tecnica, come sottolinea il procuratore capo di Siracusa, Francesco Paolo Giordano. Il provvedimento della Procura, avallato dal gip, era arrivato dopo due anni di indagini che avrebbero portato al riconoscimento nei confronti di Isab e Esso di “un significativo contributo al peggioramento della qualità dell’aria dovuto alle emissioni degli impianti”. Conteneva “l’imposizione di talune prescrizioni”, ossia adeguamenti strutturali agli impianti per ridurre le emissioni nocive.

Isab ha già accettato le prescrizioni. Esso, dunque, deciderà a settembre. Più avanti i due colossi si difenderanno dalle accuse penali. Nell’inchiesta, infatti, ci sono anche otto indagati: cinque tra i vertici Isab, tre tra quelli Esso. Dovranno rispondere di disastro ambientale colposo e di emissioni nocive.

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04 Agosto 2017, 20:47

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