13 Ottobre 2017, 14:10
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CATANIA – Ancora una richiesta di chiarimenti e di notizie da parte della sezione di controllo della Corte dei Conti di Palermo. Ancora una volta, i magistrati contabili non riescono, come riferiscono loro stessi in una nota del 5 ottobre del 2017, a poter esprimersi sullo stato di attuazione del piano di riequilibrio finanziario per l’esercizio 2016 e primo trimestre 2017, proprio per la mancanza di alcuni documenti da parte dell’amministrazione.
Documenti che giudici contabili tornano a chiedere. “Risulta necessario procedere ad un esame approfondito dei dati e delle informazioni fornite dal collegio dei revisori al fine del controllo sullo stato di attuazione del Piano di riequilibrio finanziario pluriennale del Comune di Catania, approvato con delibera del 2013″ – scrivono i giudici. Secondo i quali, le relazioni trasmesse dai Revisori dei conti non risultano esaustivamente supportate da analisi critica e puntuale su ogni singola misura e azione posta in essere dall’ente per il risanamento delle proprie finanze”.
Una situazione che impedirebbe all’organo di controllo di effettuare le valutazioni del caso. Sono numerose le richieste di chiarimento da parte dei giudici contabili. Che chiedono ai revisori di relazionare “in merito all’efficacia dell’azione programmata dall’ente, in merito al contrasto all’evasione tributaria, alla luce delle risultanze del riaccertamento ordinario dei residui, in occasione del quale sono stati stralciati dal conto del bilancio residui attivi affidati all’agente della riscossione per l’importo complessivo di di 249 milioni 980 mila euro, a seguito di restituzione dei relativi avvisi di mora”.
I giudici chiedono di riferire in merito all’operazione “che dato che ha dato luogo nel 2016 all’accertamento di 11 milioni 721 mila euro, riferito all’ex azienda municipalizzata AMT in liquidazione, a seguito della traslazione dei valori del bilancio AMT liquidazione nel bilancio dell’ente, allegando tutta la documentazione a supporto di detta operazione. I membri del coro della Corte dei Conti invitano anche l’Ente a fornire il titolo giustificativo a supporto dell’ accertamento di 37 milioni 800 mila euro, relativo alla cessione all’Asec della porzione di rete di gas, di proprietà dell’Ente, nonché di fornire maggiori chiarimenti puntuali in merito alle previsioni di entrata non tradotte in accertamenti per l’importo complessivo di 59 milioni 771 mila euro, relativi l’alienazione dei beni immobiliari per cui la previsione era di oltre 5 milioni e l’accertamento, invece, di 132.000 euro”, con particolare riferimento alla vendita di Palazzo Bernini, del Patto per Catania (previsione di 9 milioni accertamento pari a 0); Pon Metro (previsione di 21 milioni accertamento 0), Regione Siciliana (previsione 31 milioni, accertamento 2 milioni), Stato (previsione 27 milioni, accertamento con esigibilità differita di 8 milioni).
I giudici chiedono anche di relazionare in merito all’utilizzo nel bilancio di previsione 2016-2018 dell’avanzo vincolato di amministrazione di oltre 37 milioni, “chiarendo la tipologia di vincolo posto sul risultato di amministrazione 2015 da cui provengono le risorse destinate al finanziamento” di numerose spese. ” Si chiede a tal fine – scrivono i giudici – di fornire maggiori chiarimenti in merito al finanziamento con avanzo delle spese relative alla società partecipate AMT e Catania Multiservizi”. iI magistrati contabili chiedono inoltre di “indicare le spese specificatamente finanziate nel 2016 per l’importo di 20 milioni e di fornire relazione in merito all’accantonamento nel 2016 a titolo di fondo passività potenziali per 35 milioni, esplicitano i criteri della relativa stima e trasmettendo l’elenco analitico delle passività considerate praticamente poi alla situazione debitoria”.
I giudici, infine, chiedono di chiarire “l’evoluzione dei debiti in attesa di riconoscimento al 31 dicembre 2016. Alla luce di alcuni dati rilevabili dalla relazione del collegio dei revisori di conti”, nello specifico, i giudici chiedono “di fornire l’elenco dei debiti emersi nel 2016 spiegando come da quasi 79 milioni di debiti da riconoscere al dicembre 2015 si arriva un importo di 80 milioni 758 mila euro da riconoscere a fine 2016. E di fornire l’elenco dei debiti emersi nel 2017 per l’importo di 7 milioni”. I dati richiesti servono l’organo di revisione per svolgere le sue funzioni dati che vanno trasmessi entro e non oltre 20 giorni dalla ricezione della presente ovvero entro il 25 di ottobre.
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13 Ottobre 2017, 14:10