Piano Giovani, il dossier Ingroia| Click day, piano inadeguato

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15 Agosto 2014, 06:01

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PALERMO – Sono giorni che il presidente della Regione vuole vederci chiaro. Capire cosa è successo il 5 agosto, data dell’ultimo “click-day” del primo bando del Piano giovani, diventato poi “flop-day”. Di sicuro è successo che il secondo giro di incroci tra candidati che speravano di ottenere un tirocinio e le aziende che lo offrivano, è andato male come il primo: il sito web gestito da Italia Lavoro in tilt per la seconda volta, e questo ha impedito a molti utenti di riuscire a registrarsi al portale. Il presidente Crocetta, perciò, vuole capire cosa è successo e ha affidato una sorta di “indagine” all’amministratore delegato di Sicilia e-Servizi, l’ex pm Antonio Ingroia. Sul banco c’è la possibilità di annullare tutto e ricominciare da capo. Ma questo una volta accertate le responsabilità.

Cosa che, in parte, fa proprio la relazione che Ingroia ha fatto arrivare d’urgenza al governatore ieri verso mezzogiorno. Un documento che non lascia spazio ai dubbi: “Il progetto – dice l’ex pm all’estero per qualche giorno di ferie – era inadeguato rispetto a quello che andava realizzato”. E infatti, come spiega proprio Ingroia, se il sito non ha funzionato nei due click-day non lo si deve a nulla, se non al fatto che il sito, realizzato in quel modo “non andava bene”. Dal contenuto della relazione emergono sostanzialmente due circostanze: primo, il portale www.pianogiovanisicilia.com non ha subito alcun hackeraggio. “Semplicemente – dice l’amministratore di Sicilia e-servizi – si è verificato un arresto causato da tutte le istanze informatiche arrivate simultaneamente. Questo, di fatto, ha comportato che il 54 per cento di chi ha tentato di registrarsi ed effettuare gli incroci non c’è riuscito. Questo – aggiunge Ingroia – significa che la selezione si è svolta solo per meno della metà delle persone che quel giorno si è collegata al sito”.

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Ma non è tutto. Perché dall’indagine commissionata da Crocetta alla partecipata regionale è emerso anche un altro elemento: “Nessuno – dice Ingroia – aveva dato direttive a Ett”. Insomma, il sistema non era protetto, non era stato fatto preventivamente neanche un test di carico. Come dice l’ex pm, “c’é stata un po’ di approssimazione”, e la colpa di chi è? “Il 12 agosto scorso – racconta Ingroia – Ett è stata a Sicilia e-servizi, e in quella occasione gli informatici hanno ammesso di avere avuto i problemi che noi stessi avevamo trovato. Ma hanno anche aggiunto che se non si erano attrezzati adeguatamente è stato perché non gli era stato detto a che cosa andavano incontro: né dall’assessorato alla Formazione né da Italia Lavoro”. Impegnatissimo per la visita del premier Matteo Renzi, il presidente della Regione non è stato rintracciabile. In questi giorni, probabilmente, prenderà una decisione. Ma sembra sempre più probabile, ormai, che l’unica soluzione possibile sia quella di annullare tutto e ripartire.

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15 Agosto 2014, 06:01

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