Formazione, sit-in di ex lavoratori | “Accordo vergognoso, è un calvario”

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30 Luglio 2018, 13:13

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PALERMO –  “Il nuovo accordo è vergognoso”. E’ questa la denuncia degli ex lavoratori della formazione professionale iscritti alle associazioni Lavoratori Liberi ex Sportelli Multifunzionali, Usb, Gli irriducibili della formazione professionale e Cobas. I gruppi autonomi hanno iniziato questa mattina una nuova protesta in piazza Indipendenza, di fronte alla Presidenza della Regione, contestando l’intesa raggiunta dagli assessori Roberto La Galla e Mariella Ippolito, l’Anpal Servizi S.p.A. e le sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Snals. L’accordo prevede, fra le altre cose, nuovi bandi di assorbimento all’interno di strutture professionali e la riqualificazione del personale. Il presidio “Mani bianche per dire basta” si protrarrà nei prossimi giorni e vedrà anche lo sciopero della fame di alcuni manifestanti.

Per loro, il contratto originale prevedeva – in caso di licenziamento – un riassorbimento all’interno di altre strutture dello stesso settore e lo stanziamento di un fondo di garanzia, ma la rappresentanza degli ottomila ex lavoratori – fra licenziati e sospesi – rivendica il mancato rispetto degli impegni da parte di enti e Regione.

“Questo è un accordo raggiunto in fretta e furia, – racconta Costantino Guzzo, responsabile dell’Unione Sindacale di Base – che non garantirà niente a chi, come noi, vive dal 2008 un calvario di disoccupazione. E’ mortificante – prosegue l’uomo – che, nell’ambito della ricollocazione, ci propongano contratti di lavoro di due giorni. Chiediamo al presidente della Regione Nello Musumeci di ritirare questo testo assurdo e di farsi promotore di un tavolo nazionale che coinvolga noi autonomi e il ministro del Lavoro Luigi Di Maio”.

Fra i lavoratori autonomi ex sportelli multifunzionali, Adriana Vitale lamenta quelle che definisce le “assurdità” della nuova intesa: “Da un lato, i bandi per il riassorbimento prevedono criteri di selezione assurdi, come lauree specialistiche che niente hanno a che vedere con questa marea di ottomila ex lavoratori. Dall’altro – prosegue la donna – l’accordo con l’Agenzia Nazionale per il Lavoro parla di riqualificazione. Praticamente ci faranno fare, ancora una volta, gli ennesimi corsi di aggiornamento, senza garantirci niente”. Come lei la pensa Francesco Orlando, anche lui della stessa organizzazione: “A 56 anni diventa difficile campare una famiglia, ho due figli che vanno a scuola. Nessuno degli accordi precedenti è stato rispettato. Per noi non c’è stata nemmeno la mobilità auspicata, e tutto questo è colpa dei sindacati confederali che hanno siglato intese totalmente scellerate”. “Chiediamo il nostro lavoro,  – dice la collega Gianna Ferlazzo – perché oggi, a 62 anni, sono costretta a farmi aiutare dai miei figli, per andare avanti”. Le fa eco Paola Scalia, dello stesso gruppo, che parla di “situazione che mortifica donne e uomini troppo giovani per andare in pensione, ma troppo anziani per essere ricollocati”.

Per Davide Alcamo della Cobas, l’attuale situazione rasenta l’illegalità e garantisce soltanto gli enti e non i lavoratori: “C’è gente sospesa a zero ore, con oltre venti mensilità arretrate, mai percepite. In tutto questo, dov’è finita la tutela dei lavoratori?”. La voce di Gianfranco Bono è invece quella degli “Irriducibili formazione professionale”: “Sembra che ci si voglia sbarazzare del personale con esperienza. Io ho lavorato per 32 anni nella formazione e per quelli come me non ci sarà nessuna speranza con i nuovi bandi. Gli albi esistenti resteranno totalmente al palo e per noi continuerà questo calvario che ormai dura da diversi anni. Ci diano risposte, ce lo devono sia la politica sia i sindacati nazionali”.

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30 Luglio 2018, 13:13

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