Pierluigi e Silvio per lui pari sono

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05 Ottobre 2010, 07:28

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Probabilmente Pierluigi Bersani non ha colpa. Se avesse guardato con più attenzione il personaggio vestito da Superman che gli tendeva la mano, avrebbe avuto la sensibiità umana – qualità di cui il capo del Pd è dotato – e l’accortezza politica di ricambiare il saluto. Ma gli uomini d’ordine si sono frapposti, perché a loro non è richiesto d’essere né sensibili, né accorti. Così, Pasquale Putignano – disoccupato impegnato in una sua sgargiante battaglia con la calzamaglia di Nembo Kid – è stato cacciato, col suo sconforto.

Già un’altra volta Pasquale – come narrò in un’intervista a Livesicilia – era rimasto di sasso. Voleva semplicemente vedere Berlusconi, a Roma. Pure in quel caso, nonostante la cortesia delle sue parole,  fu rimosso dal cammino presidenziale senza complimenti. Perché è normale pensare che gli attentati al presidente del Consiglio riescano meglio col costume da supereroe, per la serie: non dare nell’occhio. Pasquale però non si arrende. Continuerà a tendere le sue mani alla politica, in attesa di una risposta.

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Intanto, di chiunque sia la colpa, dal fatto minimo di ieri si deduce – a torto o a ragione – una rappresentazione plastica e sconfortante. La politica, così premurosa e così attenta ai drammi della gente in teoria, nella prassi evita il contatto fisico, il calore umano. Si comporta con lo stesso distacco che intercorreva tra aristocrazia e plebe. Il leader del centrosinistra, colui che dovrebbe rappresentare la risorsa dei disperati, non è raggiungibile nemmeno con una pacata stretta, neanche con un sorriso o una parola.
Pasquale Putignano, d’ora in poi,  penserà che Pierluigi e Silvio siano la stessa cosa. Anzi, la stessa casta. Egualmente lontani.  Possiamo dargli torto?

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05 Ottobre 2010, 07:28

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