10 Dicembre 2014, 12:30
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Magnifico Rettore
Le scrivo in merito all’assemblea che ha organizzato ieri 9 Dicembre dal titolo “Insegnare ed imparare meglio: lo studente al centro”, perché stanco di sentire proclami e slogan per quanto riguarda la centralità dello studente nell’Ateneo Catanese.
Gli ultimi dati ci dicono che il nostro Ateneo sta vivendo una fase di decadenza che continua da diversi anni. Da quando è stato introdotto il numero programmato, forzando l’art.2 della legge 264 del 99, la popolazione studentesca del nostro Ateneo si è ridotta di circa 12.000 unità. Con convinzione l’Unione degli universitari di Catania che rappresento ha denunciato lo stato in cui versa la nostra Università. Ricordo ancora quando prima della sua elezione volle incontrare la rappresentanza studentesca ed in uno dei tanti incontri rivolsi a lei la preoccupazione che la scarsa offerta formativa e l’istituzione del numero programmato a tutti i corsi di laurea portasse all’allontanamento degli studenti dal nostro Ateneo. Oggi assistiamo con molto rammarico alla costante migrazione di molti nostri studenti verso altri Atenei e mentre se prima questo accadeva per chi voleva completare il proprio percorso di studi iscrivendosi ai corsi magistrali di altre università oggi accade anche per l’iscrizione alla triennale. Penso che un serio intervento sulla didattica debba essere fatto, non a parole ma con fatti concreti. In queste settimane siamo stati impegnati nella battaglia per cui lottiamo da anni: l’accesso libero . Oggi siamo riusciti a smontare il sistema, ad aprire una discussione ed a creare un confronto, ma la risposta che abbiamo ricevuto è stata quella di un irrigidimento del nostro Ateneo, credo che tale comportamento sia la smentita più evidente al titolo dell’assemblea da lei organizzata. Si è scelto di scagliarsi contro gli studenti, contro il diritto allo studio e contro la sentenza di un tribunale invece di contrastare l’idea d’istruzione fatta dai governi che viola il senso stesso dell’istituzione Universitaria. Si è preferito conservare il potere, dividere cattedre senza una vera programmazione, creare corsi con materie giudicate doppie dagli studenti (ad esempio mi chiedo a cosa servano ad un laureando in Scienze dell’amministrazione 18 crediti tra diritto penale generale e transnazionale), trasformare le magistrali in un prolungamento del corso di laurea triennale senza che questo avesse un senso specialistico. Per ripensare al nostro Ateneo credo che serva il coraggio di pensare ad un nuovo sistema d’accesso. Ripartiamo dall’accesso libero, apriamo il nostro Ateneo alla popolazione studentesca del nostro territorio, chiediamo agli studenti di verificare l’offerta formativa, confrontandoci sopratutto con chi ha deciso di andare via da Catania.
Voglio Concludere chiedendo di dimostrare che possiamo avere un’altra idea di Università ponendo l’Ateneo Catanese come faro per cambiare il sistema in cui da anni versa l’istruzione Universitaria nel nostro Paese. Oggi una sentenza ha ammesso con riversa più di 400 ragazze e ragazzi nella facoltà di Medicina, togliere la riserva a tutti questi studenti significherebbe restituire dignità all’intera popolazione studentesca del nostro Ateneo, dimostrando alla Crui, agli altri Rettori, ed al Miur che l’Università di Catania mette veramente lo studente al centro del proprio percorso.
Giuseppe Campisi – Coordinatore Udu Catania
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10 Dicembre 2014, 12:30