Pignatone al Festival della Legalità:| “In Calabria il lavoro è in salita”

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09 Ottobre 2010, 13:26

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“Come vi vive dopo una minaccia di quel tipo? Si vive male, è ovvio. Ma non mi va di parlarne”. Il procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone decide di non affrontare la questione assai recente del bazooka fatto trovare nei pressi della Procura calabrese. Di fronte ai ragazzi delle scuole, giunti a Villa Filippina per la penultima giornata del Festival della legalità, decide di “spiegare” l’altra mafia, quello meno conosciuta dai siciliani, seppure così vicina: la
‘Ndrangheta. “Quando sono arrivato a Reggio Calabria – racconta – ho notato subito una differenza enorme con Palermo. Se entri in una libreria in Sicilia, trovi migliaia di testi sulla mafia. In Calabria, invece, la letteratura sulla ‘Ndrangheta è scarna. E non solo. Anche le sentenze sul fenomeno sono pochissime. Così, il lavoro iniziava già in salita”. Ma dopo un periodo di assestamento, i primi colpi all’organizzazione, tali da aver scatenato la reazione e le minacce: “Dopo un periodo di intense indagini, siamo in grado di offrire una fotografia assai più fedele dell’organizzazione criminale. Una fotografia che spiega, ad esempio, il dilagare della ‘Ndrangheta nel mondo degli affari e del traffico di droga, oltre che le intrusioni nella politica”. Pignatone, poi, descrive un’altra differenza tra ‘Ndrangheta e Cosa Nostra: “Quando lavoravo a Palermo – spiega – nel portare avanti i processi, potevo avere la necessità di collaborare o comunicare, al massimo, con le procure di Caltanissetta o Catania. Da quando invece
mi occupo di ‘Ndrangheta, ho rapporti processuali anche con la Germania, la Svizzera, il Canada, l’Australia, oltre che con molte procure dell’Italia centrale e settentrionale”. “La ‘Ndrangheta oggi – conclude – è una mafia globale, la più forte e la più difficile da sconfiggere”.

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09 Ottobre 2010, 13:26

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