Pip, Enti locali, Eas: | la Finanziaria dei precari

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01 Maggio 2013, 18:04

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PALERMO – L’equilibrio è precario. Ma alla fine, resta tutto in piedi. La Finanziaria della rivoluzione, dello sviluppo, della svolta, alla fine sarà ricordata come la Finanziaria dei precari. Nonostante gli sforzi dell’assessore all’Economia Luca Bianchi, che ha compiuto dei mezzi miracoli per trasformare in qualcosa di “moderno” il solito libro dell’assistenzialismo siciliano. C’è riuscito in parte. Ma se, da un lato, la necessità di stralciare gli articoli che sarebbero serviti per l’utilizzo dei Fondi del Pac ha “frenato” una serie di interventi (anche in questo caso, la pressione ha la sua radice in un bacino abnorme di lavoratori, quello della Formazione professionale), le scadenze imminenti di migliaia di contratti hanno fatto il resto. Così, centinaia di milioni di euro, come al solito, serviranno per pagare stipendi di precari che hanno a lungo atteso, col naso all’insù, di fronte Palazzo dei Normanni.

E che alla fine, nel caso dei Pip di “Emergenza Palermo”, hanno esultato con un boato di fronte alla notizia del riconoscimento di un sussidio da 833 euro (oltre agli assegni familiari) erogato dall’Inps, “nelle more – si legge nella norma passata all’Ars – che vengano concordato col Comune di Palermo misure idonee all’inserimento lavorativo dei soggetti”. Insomma, se la vedrà il Comune di Palermo. Più in là. Nel frattempo, i Pip devono stare attenti a non commettere errori: chi compie reati, perde il sussidio.

Intanto, il governatore Crocetta incassa l’applauso bipartisan di Sala d’Ercole dopo l’approvazione dell’articolo che riconosce agli ex Pip proprio quel sussidio, accompagnato da qualche “promessa” per il futuro. Una soluzione che trasforma i cori critici (per usare un eufemismo) della mattina, in inni di gioia. Che coinvolgono anche alcuni deputati che hanno sposato la causa: Edy Tamajo (che viene abbracciato a lungo dai lavoratori), Totò Lentini, Salvino Caputo, Vincenzo Figuccia, su tutti.

A qualche chilometro di distanza, ecco 32 vigili urbani di Messina brindare alla propria assunzione. In venti, a dire il vero, saranno stabilizzati subiti, altri 12 saranno selezionati grazie a uno stanziamento di 700 mila euro, frutto di un emendamento presentato da diversi deputati della città dello Stretto. Città in dissesto finanziario, ma che tra pochi giorni dovrà scegliere il nuovo sindaco. “Una scena pietosa” ha chiosato Nicola D’Agostino anche ieri, dopo lo scontro in Aula che ha coinvolto anche il presidente Ardizzone. Messinese pure lui.

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E ancora, ecco le puntuali proroghe per i circa 700 precari regionali impegnati in settori delicati dell’amministrazione quali la Protezione civile e il dipartimento acqua e rifiuti, quelle per gli oltre 22 mila precari degli enti locali, e anche per i 61 di Italtel e Sirap inizialmente “assunti” da un emendamento di Nino Dina e successivamente costretti ad accettare una proroga fino al 31 luglio. Nel frattempo, si cercherà la soluzione.

Ma le scelte del governo fanno subito storcere il naso. “Ancora una volta una Finanziaria – dice Mario Filippello, segretario regionale della Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa) – che mette al centro precari, forestali e cantieri per disoccupati. Ancora una volta una Finanziaria che non prevede le risorse che servirebbero a sostenere il lavoro produttivo. E’ mancato il coraggio di abbandonare le logiche assistenziali e di sostenere il lavoro vero. Ci sarebbe piaciuto se il governo, il parlamento e il presidente Crocetta – prosegue – avessero dedicato ad artigiani, lavoratori e imprenditori anche solo una piccola parte delle attenzioni che hanno dedicato ai precari. Invece – conclude Filippello – nonostante le sollecitazioni che provengono da ogni parte della Sicilia e del Paese, questa Finanziaria non contiene, se non in parte, le misure che servirebbero a sostenere le imprese produttive dell’isola”.

Già, perché i protagonisti della Finanziaria regionale sono sempre loro. Sparsi in ogni angolo dell’amministrazione. Il testo, infatti, è puntellato di proroghe: come quella per i contratti del personale del Centro di formazione permanente e l’aggiornamento del personale del servizio sanitario (Cefpas), gli Enti parco, le Camere di commercio, le gestioni separate degli ex consorzi Asi e Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive (Irsap). E tra i 65 articoli spuntano altri sette milioni per garantire il posto di lavoro fino al 31 dicembre ai dipendenti dei Consorzi di bonifica e altri 12 milioni e mezzo per i lavoratori dell’Eas. Fino alla fine dell’anno. Dopo di che, si dovranno ridiscutere nuove proroghe. Come accade sempre. Da anni. Il solito, sicilianissimo, equilibrio precario.

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01 Maggio 2013, 18:04

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