Partecipate, Pip ed ex Tabella H |Le norme tornano in commissione

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03 Gennaio 2015, 10:56

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PALERMO – L’esercizio provvisorio viene svuotato da una serie di norme che tornano in commissione. Si allungano quindi i tempi per lo stanziamento di somme a partecipate, enti locali ed ex Pip. Incardinati in Aula i disegni di legge sui precari degli enti locali e sulle camere di commercio, che saranno affrontati insieme all’esercizio provvisorio il 7 gennaio. Questo l’esito della breve seduta d’Aula di oggi a Sala d’Ercole. La presidenza dell’Ars ha deciso di stralciare una serie di norme dal ddl sull’esercizio provvisorio. Il presidente Giovanni Ardizzone infatti ha lamentato la carenza di relazioni tecniche su una serie di argomenti. La presidenza ha anche rilevato l’assenza di relazione tecnica per la norma che stanzia nove milioni di euro per gli ex Pip. Via libera invece al ddl che proroga i rapporti di lavoro dei duemila precari degli enti locali in difficoltà finanziaria e alla norma che tutela il patrimonio delle camere di commercio.

Nel dettaglio, le norme stralciate “in quanto concernenti materia non trattata dalle Commissioni di merito, comportanti nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio della Regione e non riconducibili alle finalità del disegno di legge che prevede, oltre all’autorizzazione all’esercizio provvisorio, soltanto l’autorizzazione di spese obbligatorie e indifferibili, al fine di evitare il blocco dell’attività amministrativa” sono il contributo per il comune di Acireale colpito da avversità atmosferiche, lo stanziamento relativo ai lavoratori stagionali Esa, quello per Sviluppo Italia Sicilia, Terme di Sciacca e per le iniziative della ex Tabella H, l’articolo che prevedeva misure per il risanamento enti teatrali e musicali e quello che stanziava le somme per gli stipendi degli ex Pip.

Le suddette disposizioni – ha spiegato Ardizzone – sono contestualmente inviate alle competenti Commissioni per essere esaminate con priorità, previa acquisizione di idonea relazione tecnica, in autonomi disegni di legge che saranno trattati in Aula subito dopo l’approvazione del disegno di legge di autorizzazione all’esercizio provvisorio, in una apposita finestra legislativa”.

Venendo meno il Commissario dello Stato, si apre una fase nuova della politica siciliana. Una stagione di maggior impegno, sia del governo che dell’Assemblea – dice Nino D’Asero, capogruppo di Ncd – Occorre, adesso, predisporre gli atti con accortezza e accorgimenti tecnici superiori, per renderli inattaccabili, visto che ora dovremo affrontare gli eventuali rilievi degli uffici della presidenza del Consiglio dei ministri. Il confronto fra Regione e Stato dovrà esser sempre più determinato, per tener alta la nostra autorevolezza che ci permetta di richiedere a Roma quelle che sono le giuste spettanze all’Isola dovute – conclude il capogruppo Ncd – Non trascurando questi doverosi accorgimenti, potremo finalmente evitare stasi della politica ma anche semplici ritardi, dannosi per la Sicilia, come quello che abbiamo dovuto registrare oggi con l’ulteriore rinvio di incardinamento e discussione generale del testo finalizzato all’approvazione dell’esercizio provvisorio”.

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Forza Italia critica il governo: “I dipendenti di Sviluppo Italia Sicilia, quelli dell’Esa, l’Ente Sviluppo Agricolo della Regione siciliana e i 3000 lavoratori Pip di cui si è tanto discusso – dice il deputato Vincenzo Figuccia -rischiano per l’ennesima incompetenza di questo governo di rimanere senza stipendi. Le norme che prevedevano lo stanziamento delle somme necessarie, sono state infatti stralciate dal testo base dell’esercizio provvisorio in quanto mancava la relazione tecnica, che il governo avrebbe dovuto predisporre e presentare. Ci auguriamo che per il 7 gennaio data alla quale è stata rinviata l’aula, Crocetta e la sua giunta, siano in grado di provvedere ad uno dei più basilari compiti loro assegnati: scrivere una relazione”.

Il capogruppo forzista Marco Falcone elogia l’operato di Ardizzone. “Siamo stati facili profeti nel dire che l’assalto alla diligenza sarebbe stato fermato da chi, come il presidente Ardizzone, oggi svolge con grande senso istituzionale e di responsabilità il proprio ruolo di garante del parlamento siciliano”.

“Purtroppo sull’opportunità di una società strategica come Sviluppo Italia Sicilia – ha detto Falcone – sono stati suscitati gli appetiti di una maggioranza che pensava di utilizzare l’esercizio provvisorio come vettore di tutta una serie di prebende di memoria certamente clientelare”.

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03 Gennaio 2015, 10:56

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