22 Marzo 2015, 17:49
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PALERMO – “Non esco dal Pd anche se non condivido ciò che sta facendo Renzi”. Ad annunciarlo, oggi a Palermo, il deputato Pippo Civati presente all’iniziativa “#SottoSopra – La Sicilia di domani”, promossa da Sel, Prc e associazioni per creare un progetto politico alternativo al Pd e al governo Crocetta.
Civati, dunque, non lascia il partito democratico, così come alcuni ipotizzavano, ma crede fortemente in Sottosopra anche se deve fare i conti con i malumori interni alla sua stessa area che, a sua volta, perde “pezzi”. Soltanto ieri, infatti, Piero David e Antonella Monastra, coordinatore e portavoce dell’area Civati in Sicilia, si sono definiti “ex Civatiani” aprendo una frattura all’interno del gruppo. Una boutade inaspettata per Civati che considera “irricevibili le parole della Monastra, si vede che anche lei vuole fare parte di un sistema. Noi, invece, stiamo sollevando un problema politico gigantesco che è quello del trasformismo del Pd che invece non dovrebbe più vedersi. Dovrebbe esserci una distinzione tra destra e sinistra – continua Civati – degli impegni chiari, un progetto di governo definito, tutte cose che non stiamo vedendo. La cosa assurda è che la Monastra accusi proprio me che sono l’unico a rimanere nel Pd. E’ un po’ sorprendente. Non mi riconosco in ciò che sta facendo Renzi – ribadisce Civati – neanche in ciò che sta facendo il Pd però non vedo perché me ne devo andare io che sto rispettando quanto promesso ai miei elettori quando mi sono candidato. Se il Pd si trasforma non è mia responsabilità ma sono dispiaciuto”.
L’affondo di Civati a Renzi non è un caso isolato all’interno del partito democratico, il malumore è ogni giorno sempre più forte. L’ultima polemica, in ordine di tempo, è stata sollevata da Massimo D’Alema che ha dichiarato di voler creare una grande associazione per il rinnovamento e la rinascita della sinistra che non sia un nuovo partito politico ma offra uno spazio di partecipazione.
“E’ d’accordo con me – commenta Civati – Il Pd sta perdendo pezzi considerevoli a sinistra, ha fatto una polemica contro il sindacato per tutto l’autunno, non può pensare che in primavera e alle prossime elezioni questo non abbia conseguenze. Ha deciso di contrapporsi alla minoranza facendone addirittura una caricatura. Ieri anche Bersani è stato più chiaro, D’Alema è stato durissimo, Rosi Bindi ha detto cose condivisibili. Il Pd guarda solo a destra, solo alla costruzione di un centro di potere in cui entrano tutti ed è per questo che all’interno del partito si sta assistendo ad una diaspora”.
Apertura anche a Maurizio Landini e alla sua coalizione sociale: “Landini sta facendo una cosa parallela rispetto a quella che sto facendo io – chiarisce – occorre capire se vuole scendere in campo oppure se vuole creare un soggetto sociale che cerca rappresentanza politica e a quel punto interloquiremo con piacere”.
Ma #Sottosopra non è solo il tentativo di riorganizzare la sinistra anti-Renzi, è un progetto dal quale potrebbe partite la candidatura a Governatore della Sicilia di Leoluca Orlando che però preferisce parlare del presente e non del futuro “faccio il sindaco di Palermo e lo farò fino al 2017, questo è il mandato che ho ricevuto dai cittadini e lo vorrei fare nella maniera migliore. In Sicilia c’è una crisi istituzionale e noi sindaci vogliamo richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica. Io – continua Orlando – a Sottosopra porto non la voce di un partito ma la voce di 390 comuni, che rappresento come presidente dell’Anci, che vivono la sofferenza istituzionale, che fanno i gabellieri per conto di terzi e non sono in condizione di garantire i servizi ai cittadini per colpa dei tagli del governo nazionale, della poca valutazione che il governo nazionale ha per le autonomie locali e del governo regionale che commissaria qualunque cosa possa essere alternativa ad un sistema di potere che vede protagonista la Confindustria antimafiosa. La corsa al commissariamento è una forma di sudditanza nei confronti dell’apparato confindustriale che innaturalmente da 8 anni sta al governo della Regione, prima con Lombardo e adesso con Crocetta. Oggi – conclude Orlando – si conferma la crisi istituzionale e si conferma come di fronte a questa crisi esistano risorse che vogliono resistere, contrastare e avere un progetto di sviluppo”.
E se il sindaco di Palermo non svela i suoi propositi elettorali c’è chi, invece, davanti ad una platea di fedelissimi, non si nasconde e ha come obiettivo le prossime elezioni “Vogliamo cambiare la Sicilia dopo 30 anni di mal governo – commenta il deputato nazionale di Sel Erasmo Palazzotto – noi, con questa nostra prima tappa, abbiamo gettato le basi per costruire un progetto di alternativa, è iniziato un percorso che, attraverso il confronto, porterà alle prossime elezioni regionali. Vogliamo costruire un’alleanza e un progetto credibile per la Sicilia nel 2017”.
Alla due giorni palermitana hanno partecipato anche esponenti dell’europarlamento impegnati nelle tematiche dell’ambiente e dell’immigrazione “proviamo a costruire un’alternativa di Europa che abbia la centro il mediterraneo – dichiara l’eurodeputato di Altra Europa, Eleonora Forenza – e ciò investe la Sicilia, al centro dei flussi migratori e purtroppo oggetto di politiche di respingimento che l’Europa e l’Italia mettono in atto sui migranti”. La costruzione della sinistra passa, dunque, anche dalla dimensione europea e attraverso il nuovo progetto “vogliamo fare una politica diversa rispetto a quello che si fa in Europa e soprattutto in Italia dove destra e sinistra governano insieme – commenta Curzio Maltese, europarlamentare di Altra Europa – E’ una politica fallita che ha creato più ingiustizia e povertà danneggiando in particolare il sud Italia ed è proprio da qui che vogliamo partire”.
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22 Marzo 2015, 17:49