Pitti, confermato il sequestro |Il locale resta nelle mani dello Stato

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25 Ottobre 2016, 06:07

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CATANIA – Il ristorante Pitti rimane sotto amministrazione giudiziaria. Il Riesame, infatti, ha confermato il provvedimento di sequestro preventivo della società San Giuliano srl (titolare del locale) emesso dal Gip di Catania ed eseguito dalla Squadra Mobile alcune settimane fa per intestazione fittizia di beni. Per la magistratura il ristorante di via Sangiuliano sarebbe in realtà riconducibile a Salvatore Caruso, personaggio legato – secondo gli inquirenti – a Roberto Vacante. I due sono imputati nel processo Bulldog.

Il collegio composto dalla presidente Vagliasindi, a latere Ragazzi e Corda, ha quindi respinto il ricorso presentato degli avvocati Luca Blasi e Licinio La Terra Albanelli, difensori di Gianluca Giordano, titolare della società al centro dell’ordinanza di sequestro. “A questo punto aspettiamo di leggere le motivazioni del Riesame – commentano i due legali – e valuteremo il ricorso in Cassazione”.

Il sequestro del Pitti rappresenta l’evoluzione dell’inchiesta Bulldog che ha smascherato la presunta rete di prestanome di Roberto Vacante, marito di Irene Santapaola. Nel ciclone dell’indagine finisce Salvatore Caruso, padre della compagna di Gianluca Giordano, titolare della San Giuliano srl finita sotto il controllo dello Stato. Gli approfondimenti economico-finanziari legati alla figura di Caruso “hanno evidenziato – scrivono gli investigatori guidati da Antonio Salvago – che le quote della società San Giuliano s.r.l. proprietaria del ristorante Pitti (riconducibile secondo la Procura a Salvatore Caruso) sono state fittiziamente attribuite al socio unico Gianluca Silvestro Giordano, 37 anni, compagno di Melinda Caruso, 33 anni, figlia di Salvatore”.

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Le stesse indagini hanno anche evidenziato la presunta distrazione (lo spostamento) di 100 mila euro dalle casse di un altro ristorante (di cui è titolare la Società Rent Car) di proprietà di Salvatore Caruso, e sequestrato nell’ambito dell’operazione Bulldog , che sarebbe confluito per finanziare l’operazione Pitti. Salvatore Caruso, Gianluca Silvestro Giordano e Melinda Caruso risultano indagati non solo per intestazione fittizia di beni ma anche per appropriazione indebita e truffa.  I tre avrebbero (anche se in occasioni diverse e con metodi differenti) spostato merce, incassi e proventi del ristorante gestito da “La Rena Rent” al Pitti di Catania.

I difensori di Gianluca Giordano hanno sin da subito respinto ogni addebito. “La San Giuliano srl che è titolare del ristorante Pitti è una società completamente distinta e priva di interconnessioni con La Rena Rent” – hanno affermato a LiveSicilia Catania dopo il sequestro del Pitti gli avvocati Luca Blasi e Licinio La Terra Albanelli.  Sono le connessioni patrimoniali e contabili tra la San Giuliano e La Rena Rent che rappresentano il cuore dell’indagine. “Interconnessione che – hanno affermato gli avvocati – non esiste”. Su questo punto infatti la difesa ha depositato al Tribunale del Riesame una dettagliata e complessa analisi contabile della società redatta da alcuni consulenti nominati dalla difesa.  “La società San Giuliano Srl, da cui dipende Pitti – hanno spiegato Blasi e La Terra Albanelli – è nata ben prima dell’esistenza del sequestro scaturito dall’inchiesta Bulldog ed è stata costituita unicamente con i capitali dal socio unico Gianluca Giordano”. Il ristorante di via Sangiuliano dopo il provvedimento di sequestro (tranne per alcuni giorni) è rimasto chiuso.

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25 Ottobre 2016, 06:07

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