29 Dicembre 2018, 16:15
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PALERMO – Più soldi dei siciliani nelle casse dello Stato, rispetto ai residenti delle altre regioni, e in cambio meno servizi pubblici. Tra il 2008 e il 2016, in Sicilia, l’aumento delle tasse per i contribuenti è stato accompagnato ad una diminuzione della spesa dello Stato per servizi e investimenti. In termini pro capite, le entrate del settore pubblico a fronte delle spese erogate sono state inferiori per meno di mille euro negli ultimi tre anni (-995), ma erano inferiori per -2.176, otto anni prima. Tanto in Sicilia come nel resto del Mezzogiorno, il residuo fiscale negativo è fortemente diminuito perché si è andata sempre più assottigliando la spesa pubblica rispetto al prelievo.
I dati sulle entrate e le spese della pubblica amministrazione siciliana sono contenuti nel Notiziario di statistiche regionali sui conti pubblici territoriali, realizzato dal Servizio statistica dell’assessorato regionale all’Economia, illustrato in mattinata dal vicepresidente della Regione siciliana e assessore all’Economia, Gaetano Armao, con il ragioniere generale Giovanni Bologna e con il direttore del servizio statistica dell’assessorato all’Economia Giuseppe Nobile. Al contrario, negli ultimi anni, le regioni del Centro-Nord, che registrano un residuo fiscale positivo (entrate maggiori delle spese per 2.558 euro), hanno visto ridursi tale saldo (era di 3.118 euro nel 2008) perché quote crescenti del prelievo sono state spese in quei territori, invece che concorrere al riequilibrio generale delle disparità che caratterizzano il Paese.
“Nel 2001 in Sicilia avevamo oltre 63 dipendenti pubblici per mille residenti. Gli ultimi dati del 2016 dicono che siamo a 54 dipendenti per ogni mille residenti, mentre a livello nazionale siamo passati da 60 circa nel 2001 a 53,7 dipendenti pubblici per mille residenti nel 2016. Quindi oggi possiamo dire di essere nelle media nazionale”. Lo ha detto Giuseppe Nobile, direttore del servizio Statistica dell’assessorato all’Economia della Regione siciliana, nel corso della conferenza stampa. Il dato emerge dal conto annuale della Ragioneria generale della Regione, nel quale vengono pubblicati i dati sul numero dei dipendenti pubblici. “Questo indicatore evidenzia come sia un errore parlare di una ‘Sicilia sprecona’ in materia di dipendenti pubblici – ha aggiunto Nobile – Negli ultimi dieci anni è stata fatta una cura dimagrante che ha portato alla riduzione del numero del personale a livello del resto d’Italia, siamo nella normalità, la Sicilia è comunque una regione a Statuto speciale e ha diverse mansioni in più rispetto ad una regione a statuto ordinario”.
(ANSA).
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29 Dicembre 2018, 16:15