04 Settembre 2013, 02:57
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PALERMO – Di piccoli furti ce ne sono stati parecchi. Quasi inevitabile vista la concentrazione di negozi. Quella ai danni del Burger King, però, è stata la prima rapina al centro commerciale Conca d’Oro. Dal giorno dell’inaugurazione, nel marzo 2012, a oggi la vita nella mega struttura allo Zen è scivolata via segnata, quasi esclusivamente, dalla frenesia degli acquirenti che, a Palermo come in altre città, sembrano privilegiare gli shopping center.
Ora, invece, due malviventi “scelgono” il Conca d’oro per mettere a segno il colpo. È casuale che sia stato il primo, e speriamo l’ultimo, assalto al centro commerciale? Una scelta, quella dei malviventi, dettata, quasi certamente, dalla sicurezza di potersi accaparrare un bottino di tutto rispetto. Una scelta, però, che pone per la prima volta il tema delle rapine nella struttura. Una casualità?
Per cercare risposte bisogna gettare lo sguardo su tutta l’area che dallo Zen si estende fino a San Lorenzo. Una zona che ribolle. La mafia è ancora forte. Il segnale arriva dal pizzo che in tanti, troppi, continuano a pagare. Eppure i negozi del centro commerciale sembrerebbero esclusi dalla regola del racket. Al momento non ci sono denunce di estorsioni, tentate e consumate, dai negozianti del Conca d’Oro. Insomma, sembrerebbe un’isola felice in mezzo alla tempesta. La friulana proprietà targata Zamparini ha tenuto alla larga i mafiosi? Mafiosi che, però, stando alle indagini del recente passato, in qualche modo, si erano fatti sotto.
Giulio Caporrimo, ad esempio, indicato come il capomafia di San Lorenzo e oggi in carcere, prima del suo nuovo arresto non aspettava altro che tornare libero per seguire, in prima persona, gli affari. E avrebbe messo gli occhi sul centro commerciale allora in costruzione allo Zen. I mafiosi avrebbero cercato di controllare le assunzioni e l’affitto degli spazi espositivi. Il patron rosanero, totalmente estraneo alla vicenda, si era affidato a una ditta milanese, “agganciata”, secondo l’accusa, da un uomo del clan. Accusa che, però, è caduta nei confronti di Giovanni Li Causi, unico assolto al processo chiuso ad aprile scorso con una sfilza di condanne. Li Causi gestiva il bar all’interno dello stadio Barbera. Per lui era arrivata una richiesta di condanna a dodici anni. Ed, invece, è stato assolto e subito scarcerato.
Sul capitolo assunzioni sembrerebbe che dei personaggi che in zona contano parecchio nelle gerarchie criminali abbiano trattato direttamente con alcuni titolari di negozi. Dare lavoro al parente di un carcerato sarebbe bastato per sistemare le cose. E torniano alla domanda iniziale: che succede al Conca d’Oro? Il colpo al Burger King è il segnale che gli equilibri si sono rotti? Oppure siamo di fronte ad un colpo, uno dei tanti messi segni in giro per la città. Senza che la mafia nulla c’entri?
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04 Settembre 2013, 02:57